Su schemo scorrono le storie parallele di due donne fragili, ma al contempo determinate nella loro ricerca dell’amore, una che si svolge nel passato durante gli anni trenta e vede protagonista la celebre Wallis Simpson (Andrea Riseborough), americana divorziata che rubò il cuore al re d’Inghilterra Edoardo VIII (James D’arcy) che abdicò per lei e per lei subì l’esilio dalla sua patria e una che si svolge ad oltre sessant’anni di distanza, nel 1998 a New York dove Wally Winthrop (Abbie Cornish) ossessionata da questa storia d’amore struggente si identifica con la duchessa di Windsor e intraprenderà un doloroso percorso che la porterà fuori da un travagliato matrimonio e verso una maternità cercata con tutte le sue forze, mentre sullo sfondo scorreranno le immagini della più grande storia d’amore del ventesimo secolo e di uno dei più grandi scandali a corte che scosse dalle fondamenta la monarchia britannica.
Dopo il buon debutto con l’intrigante Sacro e Profano la popstar, cantante e attrice Madonna passa per la seconda volta dietro la macchina da presa per raccontare la passione consumata alla corte d’Inghilterra e data in pasto alla stampa tra il re Edoardo VIII e l’americana pluridivorziata e senza titoli nobiliari Wallis Simpson.
Madonna stavolta risulta molto meno efficace del suo debutto, la storia soffre in maniera palese della dualità messa su schermo con qualche eccesso di melodramma dalla sceneggiatura scritta dalla stessa Madonna con Alek Keshishian, il regista del documentario musicale A letto con Madonna.
Abbie Cornish e Andrea Riseborough sono splendide e assolutamente perfette nel trasmettere al contempo fragilità e determinazione venate da una romantica malinconia, ma entrambi i personaggi non hanno il giusto spazio per evolvere emotivamente, per creare la giusta alchimia restando così fascinose, ma inconsistenti immagini sullo sfondo di due storie che non hanno tempi e modo di guadagnare il giusto respiro.
A ben guardare la parte con la Cornish finisce addirittura per cannibalizzare la storia d’amore di Edward e Wallis che da sola avrebbe senza dubbio fornito materiale a iosa per riempire oltre due ore di girato, ricordiamo che gli eventi narrati nel film sono inclusi anche nel dramma biografico premiato con quattro Oscar Il discorso del re di Tom Hooper, ma Madonna aveva la ferma intenzione di creare questo doppio binario narrativo che risulta ingombrante e che poteva risolversi con un’introduzione ed un epilogo che avrebbero reso più scorrevole l’intero film.
Purtroppo solo nella parte finale il film prende vigore con la Wallis del passato e la Wally del presente che sembrano entrare finalmente in sintonia, proprio quando la prima intraprende la sua parabola discendente e la seconda chiude con il passato e la sua ossessione e decide di vivere una vita propria che non sia il riflesso sbiadito di una storia d’amore sin troppo idealizzata.
W.E. – Edward e Wallis ci è sembrata a tutti gli effetti un’occasione mancata minata da una regia altalenante che prende consistenza man mano che il film comincia a trovare un equilibrio, ma che nel suo complesso non convince e in qualche caso in cerca di un’impronta personale eccede visivamente diventando pretenziosa, la dove una certa formalità avrebbe giovato all’intera messinscena rendendola senza dubbio meno leziosa.
Nelle sale dall’8 giugno 2012
Film correlati: Il discorso del re – Scandalo a corte – The Illusionist – L’altra donna del re – Elizabeth – La leggenda di un amore
Note di produzione: Il film è stato candidato ad un Oscar per i migliori costumi tra i quali vi erano creazioni originali di Balenciaga, Christian Dior, Madeleine Vionnet e della stilista italiana Elsa Schiaparelli (1890–1973), mentre il brano di Madonna Masterpiece, incluso nella colonna sonora del film e anch’esso candidato all’Oscar, ha vinto un Golden Globe per la Miglior canzone originale.