Vita da camper, recensione

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La famiglia Munro, papà Jack (Robin Williams) mamma Jamie (Cheryl Hines) e i figlioli Carl e Cassie, non stanno attraversando un gran periodo, Jack è sempre più assorbito dal suo lavoro, i rapporti con la moglie mostrano qualche incrinatura, e la comunicazione con i due figli è diventata un miraggio.

Così da buon padre di famiglia Jack pianifica un bel viaggio alla Hawaii con consorte e prole al seguito, onde riavvicinarsi ai suoi familiari e tornare all’armonia di un tempo, ma il lavoro incombe e lo zelante boss di Jack ci mette lo zampino.

Viaggio alle Hawaii rimandato causa imminente fusione con piccola, ma strategica società, fusione che Jack sarà costretto a supervisionare di persona, ma niente paura perchè il vulcanico marito e genitore ha in serbo un asso nella manica, noleggiato un mastodontico camper imbarcherà figli e moglie coinvolgendoli in un viaggio all’insegna dell’avventura formato famiglia.

Vita da camper mette insieme l’attore Robin Willians e il regista Barry Sonnenfeld, una coppia che ha fatto della discontinuità un segno distintivo, passando da grandi successi commerciali a flop colossali con una nochalance davvero invidiabile.

Sonnenfeld veterano del genere comedy ci ha regalato gli ottimi Get Shorty e Men in Black, ma anche flop all’insegna del confusionario andante come Wild Wild West e Big Trouble-una valigia piena di guai, dal canto suo Robin Williams star di prima  grandezza negli anni ’80, nel decennio successivo inizia un lento declino che culminerà con la scelta azzardata di trasformarsi in un villain, dopo tanti, forse troppi, personaggi da family-movie, vedi l’ossessionato fotografo di One Hour Photo o l’omicida di Insomnia, svolte repentine che il grande pubblico mostrerà di non gradire affatto.

Sarà un caso, ma i due ottimi film appena citati saranno il prologo di un declino che porterà l’attore verso l’oblio dei cosiddetti film di cassetta, e questo Vita da camper ne è un esempio palese. Il film di Sonnenfeld proprio non funziona, un family-movie spento e privo della verve che ha contraddistinto il miglior Williams,  anche nelle sue prove più furbe e commerciiali, vedi lo spassoso Mrs. Doubtfire.

Davvero un peccato vedere un attore che ci ha regalato tanto sprecato in una comedy che si rivela tanto deludente quanto fastidiosamente prevedibile, se proprio siete in cerca di un Williams recente, ma meno appannato, vi consigliamo Licenza di matrimonio e L’uomo dell’anno, prove sicuramente non memorabili, ma certamente una spanna sopra questo insipido incidente di percorso.