Si conclude l’edizione 2013 del Festival del Cinema di Berlino, senza grandi exploit ma con ottime opere in concorso. Così, per la giuria, capitanata dal Presidente Wong Kar-Wai, è arrivato il momento di decretare i vincitori e assegnare i premi.
Il tutto è stato fatto tramite un criterio prettamente estetico. In altri termini, come assicurano i membri, più che con un giudizio o con una critica sui film, la commissione ha votato per le opere che più le piacevano
Osservando nel complesso i film premiati, abbiamo la conferma di ciò. Una conferma che si evince dall’assegnazione dei due riconoscimenti più significativi: quelli a “Layla Fourie” e a “Promised Land“. Le pellicole in questione hanno un ottimo risvolto sociale, sebbene non siano destinate a ‘sconvolgere’ la storia del cinema per chissà quale struttura e compiutezza.
Va da sè, dunque, che i film premiati alla Berlinale 2013, siano stati sostenuti in virtù di altri valori e non tanto per la loro caratura cinematografica. La giuria non ha seguito lo stesso metro di valutazione in tutti i casi. Prova ne è l’assegnazione del Premio per la miglior regia, ascritto a David Gordon Green per il suo “Prince Avalanche”, ottimo remake di una commedia islandese.
Meritatissimo il riconoscimento a Jafar Panahi, al quale è andato il premio per una sceneggiatura. Che siano i valori cinematografici a primeggiare rispetto alla mera tecnica lo si capisce anche dall’assegnazione del Premio consegnato al direttore della fotografia di Harmony Lessons, film kazako che verte su una storia di povertà e disagio.
La Berlinale premia dunque il cuore, la capacita che i film hanno nello scatenare sensazioni altalenanti nell’anima di ognuno. Vincono le storie di dolore, le pellicole che mettono la lente di ingrandimento sull’umanità e in particolare su coloro che spesso sono relegati nel retropalco della vita.
E i singoli? La miglior interpretazione femminile va a Paulina Garcia, eccellente in “Gloria” nei panni di un personaggio dotato di tutte le debolezze ma anche del coraggio di una donna non più giovane che affronta la società che ci rende vecchi anagraficamente anche se dentro non lo siamo.
PREMI BERLINALE 2013
Orso d’oro: “Child’s Pose” di Calin Netzer
Gran premio della giuria: “An Episode in the Life of an Iron Picker” di Danis Tanovic
Orso d’argento per la miglior regia: David Gordon Green per “Prince Avalanche”
Orso d’argento per il miglior attore: Nazif Mujic per “An Episode in the Life of an Iron Picker”
Orso d’argento per la miglior attrice: Paulina Garcìa per “Gloria”
Orso d’argento per la miglior sceneggiatura: Jafar Panahi per “Closed Curtain”
Orso d’argento per il contributo artistico: Aziz Zhambakiyev per “Harmony Lessons”
Premio Alfred Bauer: Denis Côté per “Vic+Flo Saw a Bear”