Oggi in programma al Festival di Venezia c’è il dramma egiziano Winter of Discontent (El Sheita Elli Fat) di Ibrahim El Batout. Il film, selezionato in concorso nella sezione collaterale Orizzonti, è interpretato da Amr Waked, Salah Al Hanafy, Farah Youssef.
Il trentacinquenne Amr si sveglia un giorno in un Egitto del tutto diverso. Amr, progettista di software, lavora in casa, perciò esce raramente. È il 25 gennaio 2011 e la giornata comincia per lui con notizie di proteste in tutto il Cairo e di marce dirette verso piazza Tahrir. Qualcosa gli dice che queste manifestazioni porteranno a un importante mutamento politico. Farah è una conduttrice poco più che trentenne della tv egiziana. Le notizie che lei fornisce al suo pubblico sono molto diverse da quelle circolanti in rete o nei canali internazionali di informazione. Nel suo resoconto Farah minimizza l’impatto della protesta. Ma la coscienza comincia a farsi sentire. Il quarantenne Adel è un funzionario della Sicurezza Statale. Il suo 25 gennaio è un giorno di intenso lavoro per la presenza in uffi cio di un enorme numero di manifestanti arrestati e consegnati a lui per essere interrogati. Due anni prima, Adel era il funzionario incaricato di interrogare Amr, il quale era stato bendato e torturato per settimane prima dell’improvviso rilascio. Dopo la sua liberazione, Amr era rientrato a casa dove aveva appreso la terribile notizia della morte della madre. All’epoca era ancora fidanzato con Farah, ma la loro storia, che durava da molto tempo, era terminata bruscamente. Amr, Farah e Adel intraprendono, ciascuno a suo modo, un proprio viaggio attraverso gli eventi della rivoluzione egiziana, che cambieranno la loro vita e il loro paese per sempre.
Nella storia dell’Egitto ci sarà sempre un “prima del 25 gennaio” e un “dopo il 25 gennaio”. In quel giorno e nei 17 successivi è accaduto l’impossibile e l’impensabile è diventato realtà. Dopo l’esasperante vuoto di decenni tutto ha cominciato ad acquistare senso per me, ciononostante mi sono sentito molto confuso. Non c’era tempo per pensare o avere impressioni, così ho seguito la mia solita routine: dovevo fare un film. Soltanto che questa volta sapevo che la realizzazione di un tale film non sarebbe stata possibile “prima del 25 gennaio”. Abbiamo iniziato a girare la prima scena il 10 febbraio. Il giorno successivo l’allora presidente H. Mubarak dava le dimissioni. L’impegno di portare a termine il fi lm è diventato per noi un faro di speranza. (Ibrahim El Batout)