Venezia 2012 domenica 2: in concorso To the Wonder e Fill the Void, evento speciale Love Is All You Need

Quinta giornata al Festival di Venezia 2012, ieri calda accoglienza con otto minuti di applausi per E’ Stato il figlio di Daniele Ciprì e non ha deluso pubblico e critica The Master di Paul Thomas Anderson, che si conferma tra i favoriti al Leone d’oro. Oggi in concorso To the Wonder, il nuovo film di Terrence Malick con protagonista Ben Affleck e il dramma famigliare israeliano Fill the Void di Rama Burshtein.

TO  THE WONDER

Dopo essere stati a Mont Saint-Michel (una volta conosciuta in Francia come “la Meraviglia”) all’apice del loro amore, Marina e Neil tornano in Oklahoma, dove nascono presto dei problemi. Marina conosce un prete, anche lui straniero, che non è più sicuro della propria vocazione, mentre Neil riallaccia i rapporti con una sua amica d’infanzia, Jane. Un’esplorazione dell’amore nelle sue molteplici forme.

LEMALE ET HA’CHALAL (FILL THE VOID)

Lemale Et Ha’Chalal è la storia di una famiglia cassidica ortodossa di Tel Aviv. La figlia più giovane, la diciottenne Shira, sta per sposarsi con un coetaneo promettente che appartiene al suo stesso ambiente. È un sogno che si realizza e Shira è emozionata. Nel giorno di Purim, sua sorella Esther, appena ventenne, muore nel partorire il primo figlio. Il dolore che colpisce la famiglia causa il rinvio delle nozze di Shira. Tutto cambia quando viene proposto a Yochay, marito della defunta Esther, il matrimonio con una vedova belga. Yochay ritiene che sia ancora troppo presto, sebbene sappia che prima o poi dovrà riprendere moglie. La madre delle ragazze, temendo che il genero possa lasciare il paese portando con sé il suo unico nipotino, suggerisce il matrimonio tra Shira e Yochay. Shira dovrà scegliere tra il proprio sogno e il dovere verso la famiglia.

L’amore e i rapporti tra gli individui costituiscono l’interesse principale del mio lavoro. L’arrivismo, l’indipendenza e la realizzazione di sé sono, per me, meno importanti dell’amore, di mio marito e della mia famiglia. Ciò che mi ha attratto della fede ebraica è il suo approccio all’enigma del rapporto tra uomo e donna. Questo processo mi ha letteralmente sbalordito. Lemale Et Ha’Chalal racconta una storia d’amore basata sullo spirito; ricorda l’esperienza e il sentimento del primo amore, che vive soltanto nel cuore e non ha alcun aggancio con la ragione. Il canto di un cuore verso un altro, insieme al desiderio volutamente represso è, per me, la formula vincente nella ricerca di una gioia duratura. (Rama Burshtein)

Per gli eventi speciali fuori concorso di oggi vi segnaliamo la commedia Love Is All You Need della regista danese Susanne Bier con protagonista l’ex-007 Pierce Brosnan. La Bier lo scorso anno ha vinto un Oscar per il miglior film straniero con il drammatico In un mondo migliore.

DEN SKALDEDE FRISØR (LOVE IS ALL YOU NEED) 

Il film è una storia vivace, divertente e vitale sul fatto che, proprio quando si pensa che tutto sia finito, un nuovo inizio potrebbe essere dietro l’angolo. Con calore e sentimento, Susanne Bier ha preparato un cocktail di amore, assurdità, umorismo, dialoghi chiassosi e personaggi tratteggiati con delicatezza che non lasceranno nessuno impassibile. Due famiglie diversissime si incontrano in una splendida antica villa italiana circondata da un limoneto. L’occasione è un matrimonio romantico, progettato con meticolosità fin nel minimo dettaglio. Naturalmente niente va secondo i piani, eppure alla fi ne tutto procede per il verso giusto. Den skaldede frisør è una commedia originale e liberatoria, che instillerà speranza in chiunque abbia il cuore al posto giusto…

Volevo realizzare un film sulle persone vulnerabili, sugli aspetti della vita che preferiremmo cancellare ma che, se rappresentati con umorismo, possono sollevarci il morale. Ida e Philip sono due protagonisti la cui vulnerabilità trasmette sia la gravità del soggetto che la leggerezza dell’umorismo. Li abbiamo trasportati nel luogo più romantico che si potesse immaginare, insieme a un gran numero di personaggi comici. Abbiamo usato l’umorismo e il romanticismo come mezzi, non per alleviare le loro pene, ma per defi nirle più chiaramente, per fare in modo che questi universi contrastanti si enfatizzassero a vicenda. In tal modo abbiamo potuto raffi gurare ciascuno dei nostri personaggi, nella buona e nella cattiva sorte, con la precisione e la dolcezza che meritavano. (Susanne Bier)

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