Ieri tutti i riflettori puntati sull’approdo al Festival di Venezia dell’ansiogeno Contagion, il thriller di Soderbergh che arriverà nelle sale il prossimo 9 settembre è transitato fuori concorso al Lido catalizzando l’attenzione con un ricchissimo cast di star affermate composto da Matt Damon, Jude Law, Kate Winslet, Gwyneth Paltrow, Marion Cotillard e Laurence Fishburne.
Il film cavalca l’onda della paura latente da pandemia globale che in questi ultimi anni ha visto in più occasioni scattare un’allerta globale, troppo spesso amplificato ad arte dai media in cerca di audience e Soderbergh conferma che nel film non ci sono metafore di sorta, il pericolo è un virus con tutti i crismi di uno spietato ed invisibile killer, capace di minare la società dalle sue fondamenta:
In Contagion non c’è nessuna metafora della crisi economica, ma solo il virus. È il virus protagonista di questo film e tutti parlano solo di lui.
Durante l’affollatissima conferenza stampa Soderbergh ha parlato anche dei film di riferimento per il suo Contagion:
Posso dire di essermi un pò ispirato a Tutti gli uomini del Presidente e al suo stile pulito ed essenziale. Più che altro volevo dare un approccio quasi scientifico a Contagion.
Alle parole di Soderbergh fanno eco quelle dello sceneggiatore Scott Z. Burns che ribadisce l’impronta realistica voluta dal regista:
Abbiamo guardato al caso Sars e fatto molti studi su come sia facile avere casi di contaminazione in quei luoghi dove c’è libero mercato di animali, come appunto ad Hong Kong.
Soderbergh ha anticipato anche che i suoi prossimi progetti saranno Magic Mike, film sul mondo degli stripper maschili con Channing Tatum e il biopic Liberace sull’omonimo pianista e visto che c’era il regista ha anche smentito le voci che lo davano prossimo a lasciare il mondo del cinema:
No, non lascio il cinema, ho in cantiere ancora tre film, poi però mi prendo una pausa, un anno sabbatico, ma è una scelta meno traumatica di quello che possa sembrare. Ho solo bisogno di riposarmi un po’. (fonte La Stampa)