Renato Vallanzasca (Kim Rossi Stuart) conosciuto come il bel Renè sta scontando una lunga pena detentiva e con un altrettanto lungo flashback ricorda la prima adolescenza, gli amici d’infanzia e la prima esperienza in un carcere minorile, dove comincerà a percepire il suo destino malavitoso che lo porterà dai furtarelli alle rapine, dai sequestri di persona agli omicidi, tappe che segneranno la sua criminosa escalation e la sua elezione a boss della Comasina.
Gli anni ’70 sono il punto nevralgico della carriera e delle gesta di Vallanzasca, Milano diventa il suo territorio, l’iniziale rivalità con il boss Francis Turatello (Francesco Scianna) che si sentirà minacciato dall’ambizione del nuovo arrivato che sta vivendo il suo periodo d’oro, ma mentre la sua banda si amplia Vallanzasca finisce in carcere accusato di rapina, seguirà a qualche anno di distanza un’evasione e una sanguinosa faida tra bande che trasformerà la città in un campo di battaglia.
Nel frattempo l’escalation criminale della banda raggiunge il suo apice, i crimini assumono i connotati della violenza gratuita, in special modo quelli dello stesso Vallanzasca che inanella una serie di omicidi che lo porteranno inevitabilmente verso un prevedibile epilogo, che però non lo vedrà come spesso capita vittima dell’ennesimo scontro a fuoco, ma ad invecchiare in un carcere contemplando anno dopo anno lo sbiadirsi della maschera del Bel Renè.
Notevole e prevedibile scia di polemiche per questo film, anche se Placido regista e uomo sin troppo schietto e inviso all’arte della diplomazia è ben vaccinato, come la comprensibile indignazione dei parenti delle vittime che temevano l’idealizzazione di una delle figure criminali più note della cronaca italiana, anche se Placido e lo stesso Kim Rossi Stuart avevano anticipato una sorta di esplorazione super partes della discussa figura che ha segnato un periodo nero della cronaca italiana.
Il Vallanzasca di Placido e soprattutto di Kim Rossi Stuart, che ha partecipato attivamente alla stesura della sceneggiatura, è un personaggio che ostenta il suo lato oscuro, in una sorta di fremente anarchia adolescenziale volutamente incapace di discernere il bene dal male a proprio uso e consumo, l’istinto di un bambino che impara ad uccidere e di un adulto dotato di un ego smisurato che ne fa spietato egoista.
E’ la fragilità intrinseca di Kim Rossi Stuart a dargli quell’umanità che forse non esiste o che non scopriremo mai, una fragilità che è parte integrante del bagaglio attoriale di Stuart che aggiunge un surplus di emotività al personaggio permettendo all’attore di mettere in scena un’anima nera senza eccessivi manierismi e di dare il film quella marcia in più che Placido, attore e regista sin troppo sanguigno fatica da solo a dare, focalizzandosi più che altro sulle gesta del Bel Renè figliato dalla cronaca e sul ritmo del film, rischiando però a più riprese di non sfruttare al meglio l’ottimo cast di supporto e l’intricato ed intenso periodo che fa da sfondo ai primi passi da boss di Vallanzasca.
Il film di Placido è un crime e come tale si trova invitabilmente a confronto con l’intenso Romanzo criminale che dal canto suo aveva la solidità narrativa di un ottimo romanzo su cui poggiarsi, ma che riusciva anche a dare un più ampio respiro alla narrazione con personaggi complementari e uno sfondo socio-politico di ben altro livello.
Vallanzasca-Gli angeli del male sfoggia senza dubbio un’impronta visiva ed un ritmo intriganti, anche se di fondo non riesce complessivamente nel suo intento di racconto sentito, ma distaccato di una figura tanto controversa, lasciandosi forse affascinare troppo da un carisma distorto dagli eventi, pur sopperendo come già accennato con una regia asciutta ed efficace che come approccio ricorda per certi versi quella muscolare del francese Jean Francois-Richet nel biografico Nemico Pubblico N.1, film che lo stesso Placido ha più volte citato.
In sala dal 21 gennaio 2011
Note di produzione: Se volete approfondire il genere in una versione rigorosamente made in Italy vi consigliamo di ripescare Banditi a Milano di Carlo Lizzani sulla Banda Cavallero, L’odore della notte di Claudio Caligari con Valerio Mastandrea e Altri uomini di Claudio Bonivento, quest’ultima pellicola ispirata alle gesta del criminale mafioso in trasferta a Milano Angelo Epaminonda interpretato da Claudio Amendola.