L’ultrasettantenne Carl si sente oppresso da cemento e costruttori che ne stanno sovrastando vita ed abitudini, la sua piccola casa in legno è l’unico baluardo che lo lega al suo passato, scrigno di ricordi e memorabilia emotivo della sua felice convivenza con l’amata Ellie, moglie che ha perduto e con la quale ha condiviso l’intera esistenza.
Carl sta per essere trasferito in una casa di riposo così che la sua casa possa essere abbattuta e la città si appropri anche di una parte importante della sua vita, ma Carl non ci sta e decide che è venuto il momento di realizzare un sogno immaginato e pianificato per anni con la moglie, trasferirsi in sudamerica.
Come realizzare il sogno di una vità? E’ così che i sogni di fuga si materializzano in migliaia di palloncini colorati che sollevano Carl e la sua casa al di sopra degli opprimenti grattacieli, e così sospinti dal vento porteranno Carl verso nuovi e inesplorati lidi.
Il bisbetico vecchietto però non sa che durante il decollo sulla soglia di casa c’era un paffutello boy-scout, cosi i due dovranno convivere e intraprendere insieme il viaggio, un percorso di vita e di conoscenza che li unirà in maniera sorprendente.
La Pixar tocca quota dieci e miscela con dovizia tecnologia e contenuti, in questo caso si sfiora davvero il capolavoro, l’incipit coinvolge e incanta, i due protagonisti invitano alla riflessione tra lacrime e sorrisi, il 3D è funzionale ed immersivo, le caratterizzazioni sempre curate, il nonnetto alla Walther Matthau è da Oscar.
E’ difficile descrivere la gioia che si prova lasciandosi andare a questa colorata full-immersion nel fantastico, tanto è forte il coinvolgimento e la sensazione a visione ultimata, di portare a casa qualcosa di più che novanta minuti di gran divertimento e cinema hi-tech.