Nella cittadina americana di Newman nella boscosa Georgia c’è la singolare abitudine di vedere a destra e a manca dischi volanti, luci nel cielo e via discorrendo, l’unico che sembra non aver nessuna intenzione di lanciarsi in questa corsa all’avvistamento UFO, sembra essere il nerboruto e scettico sceriffo della città (Bud Spencer) ben intenzionato a rimanere con i piedi per terra.
Ben presto però le solide convinzioni e lo scetticismo dello sceriffo verranno messe a dura prova, quando quest’ultimo si imbatterà in un ragazzino che sembra essersi smarrito, e che afferma di chiamarsi H-7-25 (Cary Guffey) e di aver mancato l’astronave con i genitori naturalmente extraterrestri, così dopo che il piccolo alieno avrà dato dimostrazione pratica dei suoi poteri tutt’altro che terrestri, anche lo sceriffo dovrà capitolare di fronte all’evidenza.
Il problema e che anche l’esercito è sulle tracce del ragazzino, e tenterà ripetutamente di rapirlo, a causa di un marchingegno che permette al ragazzino di manipolare spazio e tempo, toccherà naturalmente allo sceriffo liberare a suon di sberle H-7-25, e fare in modo che possa riunirsi ai suoi genitori.
Uno sceriffo extraterrestre…poco extra e molto terrestre è un piccolo gioiello che miscela con maestria comedy e fantascienza con un’impronta tutta italiana data dal grande Bud Spencer in versione solista, e dal regista Michele Lupo, veterano del cinema di genere, vedi un paio di Maciste anni’60 e qualche spaghetti western, che diventerà negli anni succssivi un habituè delle incursioni in solitaria dell’attore napoletano, dirigendo Spencer anche in Occhio alla penna, Lo chiamavano Bulldozer e Bomber, non dimenticando il sequel Chissà perchè…capitano tutte a me, dove ritroveremo lo sceriffo e il piccolo H-7-25 ancora alle prese con l’esercito e cattivissimi alieni in trasferta.
Il film ci mostra un Bud spencer in versione paterna in un family-movie praticamente perfetto, vista anche la presenza di un piccolo e talentuoso co-protagonista, il Cary Guffey che già aveva avuto a che fare con gli alieni nel cult Incontri ravvicinati del terzo tipo di Steven Spielberg,
Aggiungiamo alla ricetta una colonna sonora memorabile ad opera degli immancabili Guido e Murizio De Angelis alias Oliver Onions (non perdete il video in coda al post), ed una gradevole connotazione fantastica, senza dmenticare la sorniona ironia e le fumettose scazzottate che sono il marchio di fabbrica dell’attore napoletano.
Il film resta ad oggi un piccolo ed inimitabile classico, indimenticabile per molti che ne hanno goduto un surplus di passaggi televisivi che non mancano mai di generare un pò di sana nostalgia nei piccoli spettatori di allora, e a guardar bene non si può fare a mano di notare la similitudine di tematiche tra questo film e il classico E.T. L’extraterrestre uscito qualche anno dopo, che il film di Spencer sia piaciuto anche a Spielberg?