Dopo aver scoperto l’origine della sanguinosa faida sovrannaturale tra vampiri e licantropi nel prequel Underworld 3: La ribellione dei Lycan, si torna ai giorni nostri o meglio in un futuro non meglio precisato in cui la vampira Selene (Kate Beckinsale), esperto agente di morte e cacciatrice di Lycan dopo aver tradito la sua razza per amore ed essersi scontrata con il vampiro che l’ha generata, prova a ricongiungersi con Michael Corvin, l’ibrido che funge da anello di congiunzione tra le due razze e che potrebbe rappresentare un nuova ed inaspettata svolta nella guerra. Purtroppo il tentativo di riunirsi a Corvin fallisce e i due vengono ancora una volta separati con Selene che si risveglierà dopo un coma di dodici anni scoprendo di essere stata il soggetto di una sperimentazione genetica atta a creare una sorta di super-Lycan, ma quello che la sconvolgerà di più sarà la scoperta di essere diventata madre durante il suo lungo sonno criogenico.
Underworld-Il riveglio 3D è il quarto film della fortunata saga action-horror creata da Len Wiseman che dopo aver diretto i primi due film e lanciato il franchise si è dedicato esclusivamente alla produzione e alla sceneggiatura dei successivi episodi, affidando questo quarto nelle mani dei filmakers svedesi Mans Marlind e Bjorn Stein entrambi reduci dal thriller-horror a sfondo sovrannaturale Shelter-Identità paranormali.
Che la serie creata di Wiseman non abbia mai brillato non è una novità, infatti già dal secondo capitolo si comincia a notare una certa cura per gli effetti visivi contrapposta ad una palese carenza nello scavo dei personaggi e nell’evoluzione della trama, ma trattandosi in fondo di un action, la connotazione horror in realtà è piuttosto relativa, un’accelerazione verso l’intrattenimento tout-court alla Resident Evil: Afterlife era quasi scontata, nel film abbiamo notato molte somiglianze sospette con la pellicola di Anderson.
Così dopo uno sbrigativo incipit riassuntivo, in cui in maniera piuttosto maldestra si cerca di ovviare al rifiuto di Scott Speedman di tornare nel ruolo di Michael Corvin, arriva una trama all’insegna del prevedibile che alterna scontri ad alto tasso di gore con un’evoluzione sonnolenta della storia senza guizzi di sorta, che banalizza la dinamica madre-figlia affossandola in una serie di inseguimenti, combattimenti e trasformazioni afflitti da una palese incapacità di andare oltre il mero effetto visivo o la rutilante coreografia stunt e di trasmettere un minimo sindacale di empatia con ciò che accade su schermo.
A conti fatti questo quarto capitolo non aggiunge o toglie nulla alla serie, resta un innocuo giocattolo hi-tech con la consueta connotazione sovrannaturale che però in questo caso, più che in altre occasioni lascia il tempo che trova. L’azione resta centrale, i personaggi bidimensionali e gli effetti speciali non sempre all’altezza della situazione, vedi il super-lycan che lascia molto a desiderare.
Dopo un buon primo capitolo la serie ha intrapreso la medesima strada di altri franchise, vedi il già citato Resident Evil, proponendo di volta in volta, di capitolo in capitolo, prodotti concepiti a tavolino con tutti i crismi del progetto di marketing, che puntano palesemente ad un target ben preciso di spettatori, che poi è quello che affolla i cinema trasformando in fenomeni saghe come Paranormal Activity, Saw, Final Destination e Twilight.
A ben vedere, anche se in cuor nostro speriamo di sbagliarci, la serie sembra voler intraprendere proprio questa strada, l’inserimento di un personaggio adolescente non è certo frutto di un caso, una direzione tutta puntata alla confezione e alla ripetizione ad oltranza di situazioni e dinamiche iper-sfruttate e visti i risultati ai botteghini e l’edulcorato e modaiolo entusiasmo per i succitati titoli come dargli torto?
Nelle sale a partire dal 20 gennaio 2012
Note di produzione: Anche in questo nuovo film Len Wiseman ha collaborato ala sceneggiatura, la giovane new entry India Eisley è nota per il ruolo di Ashley nel serial tv La vita segreta di una teenager americana. Nella colonna sonora brani di Linkin Park, Evanescence e The Cure.
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