Dopo un incipit anni’70 in cui cinque ragazzini membri di una squadra di basket vincono il campionato scolastico e festeggiano con il loro allenatore, ci troviamo trent’anni dopo con gli stessi ragazzi ormai adulti e ognuno con la propria vita e rispettive famiglie che si ritrovano per partecipare al funerale del loro vecchio coach.
L’occasione di questa reunion sarà duplice, un weekend in un bel cottage in riva ad un lago dove tornare ragazzini e parlare dei bei tempi andati tra battutacce e scherzi infantili e riuscire a vedere figli e mogli riprendere contatto con la natura e una dimensione familiare meno nevrotica e costruita di quella vissuta sino ad allora.
Il weekend alla fine avrà il suo effetto terapeutico, rinsaldando un’amicizia già solida, ritemprando qualche spirito stressato e permettendo alla vecchia banda di rivivere ancora tutti insieme e con gli stessi avversari di trent’anni prima quella indimenticabile partita di campionato.
Sorvoliamo sul tristissimo titolo italiano che a parte sottolineare la reiterata immaturità dei cinque protagonisti ha ben poco a che fare con quello che si rivela a tutti gli effeti un discreto family-movie prodotto, scritto e interpretato per l’occasione da Adam Sandler.
Sandler riunisce gli amici Chris Rock, Kevin James e Rob Schneider, all’appello non manca neanche Steve Buscemi e affida la sua sceneggiatura nelle mani dell’esperto Dennis Dugan, che già aveva diretto Sandler negli esilaranti Un tipo imprevedibile e Zohan, che sceglie di ripescare le atmosfere family dell’ottimo Big Daddy-Un papà molto speciale smussando ad oltranza qualsiasi eccesso dei protagonisti.
Se si considera il turpiloquio da caserma di alcuni dei cinepanettoni più recenti e la valanga di doppisensi a sfondo sessuale propinati a frotte di ragazzini portati per le festività natalizie dalle famiglie nelle sale italiane, tanto di cappello alla leggerezza con cui Dugan tiene la briglia, mantenendo battutacce e goliardia a livelli più che accettabili per un film che alla fine regala qualche sorriso e disarma per la semplicità di uno script che senza dubbio vola basso, ma senza eccessi.
Un weekend da bamboccioni strappa qualche sorriso, ha i suoi momenti azzeccati anche se certo non fa faville, attenzione a chi cerca lo Schneider di Animal o il Sandler di Zohan, tutti Chris Rock compreso hanno lavorato su registri decisamente soft, tanto che l’atmosfera in alcuni casi sembra quella di una vera riunione di famiglia, elemento questo che potrebbe far storcere il naso a chi cerca una comicità piu incisiva, demenziale e trasgressiva, in quel caso il consiglio spassionato è di cercarla altrove.