Ci sono nomi eterni nella letteratura musicale mondiale, scritti a carattere cubitale sulle pagine. Uno di questi è sicuramente il nome di “John Lennon”, leggenda dei Beatles.
Una figura per certi versi misteriosa, carica di carisma, della quale si parla ancora oggi molto malgrado la sua scomparsa. Era l’8 dicembre del 1980. Uscito dal Record Plant Studio di New York, in procinto di rincasare con la moglie Yoko Ono, Lennon fu assassinato da un venticinquenne malato di mente, Mark Chapman. Quest’ultimo lo freddò con cinque proiettili, colpendolo quattro volte.
Il 17 giugno arriva nelle sale cinematografiche per un evento unico di sole ventiquattro ore “U.S.A. vs John Lennon”. La regia è affidata a David Leaf e John Scheinfeld, mentre la distribuzione è affidata a Lucky Red.
Lennon viene raccontato tramite documenti inediti, rivelazioni, immagini mai viste prima di ora. Un focus su un uomo che oltre ad essere una leggenda della musica divenne simbolo di pace.
Il documentario di Leaf e Scheinfeld pone l’accento sulla metamorfosi di Lennon. Da musicista idolatrato da tutti ad attivista pacifista controllato dai servizi segreti americani che spiavano ogni singolo movimento suo e di sua moglie Yoko Ono. La sua non era una figura ben sopportata da tutti. La storia l’ha passata in rassegna come un’icona in grado di portare pace. E gli interrogativi sul perché il Governo degli Stati Uniti cercò di mettere a tacere il leader dei Beatles rimangono aperti. Il documentario cerca risposte. Difficile, forse, trovarle.