Dopo un incipit che ci porta in ex-Yugoslavia e in piena zona di guerra dove un bambino intento a tagliare un abete per farne un albero di Natale finisce nel mirino di un cecchino, ci ritroviamo in una sonnolenta e suggestiva cittadina immaginaria i cui abitanti, ognuno a proprio modo sta per trascorrere la notte di Natale.
Scopriremo così un medico impegnato in un intervento notturno che si troverà ad aiutare una partoriente e suo marito in fuga dal loro paese in guerra e un ex-marito e padre che pur di rivedere i propri figli per le feste, narcotizza il nuovo compagno della moglie e travestito da Babbo Natale si intrufola in casa dell’ex-moglie.
Ci sono anche storie d’amore come quella di una coppia clandestina con lui sposato e lei amante in perenne attesa, un ragazzino che pur di condividere qualche momento con una compagna di scuola di religione musulmana e per cui ha una cotta finge che la sua famiglia non festeggi il Natale e anche un senzatetto, che cercando di rimediare qualche soldo per prendere un treno reincontrerà per caso un amore di gioventù.
Un Natale dolce amaro quello che ci propone il regista norvegese Bent Hamer (Kitchen stories), ma anche carico di speranze e costellato di piccoli e suggestivi ritratti di varia umanità che vivono una notte speciale che nonostante le difficoltà della vita, la malinconia e qualche delusione mantiene intatto tutto il suo fascino, un fascino che Hamer ci ripropone attraverso atmosfere rarefatte, quasi fiabesche, ma ben radicate in un quotidiano che rende credibili e toccanti tutti i personaggi che transitano davanti alla macchina da presa con il loro carico di umanità.
Hamer per l’occasione seleziona e adatta una serie di racconti tratti dalla raccolta Only Soft Presents Under the Tree dello scrittore norvegese Levi Henriksen, con uno script efficace interseca più storie supportandole con una splendida fotografia, una suggestiva colonna sonora e una serie di inquadrature fisse con cui fotografa suggestioni natalizie cariche di atmosfera, piccole perle che congelano in frame tutta la magia del Natale.
Tornando a casa per Natale si pone come un piacevole antidoto alle trite comedy-natalizie made in Hollywood e ai canonici e ormai indigesti cinepanettoni di fine anno, un modo per riscoprire un Natale altro tradizionale e al contempo ricco di umanità e con un taglio squisitamente europeo che dona alla messinscena un gradevole mix di cinema d’autore e racconto natalizio.
Concludiamo con un consiglio, la pellicola di Hamer pur sembrando a prima vista un tipico film natalizio, a causa di una sequenza decisamente troppo esplicita e contenuti adulti, non è un film adatto ai più piccini.
Nelle sale dal 3 dicembre 2010