Torino Film Festival, sesta giornata. Come già più volte citato, la 26ma edizione dedica tre retrospettive al altrettanti geni e generi del cinema internazionale: Jean-Pierre Melville, cui la rassegna propone tutti i suoi 13 film, in copia restaurata, ed un documentario a lui dedicato, in anteprima europea, da Olivier Boiler; British Renaissance, movimento cinematografico inglese degli anni 1980-1990, con 35 titoli che comprendono gli esordi e le pellicole più significative del periodo, cui si aggiunge un omaggio a Dennis Potter, uno dei talenti televisivi europei più innovativi; Roman Polanski, applauditissimo dal pubblico festivaliero, con tutti i suoi lungometraggi e cortometraggi, per un totale di 28 titoli, tre dei film in cui ha recitato in ruoli importanti, alcune pubblicità da lui dirette, e due “making of” sui set di Tess e Macbeth, cui si aggiunge un documentario a lui dedicato, in anteprima italiana, da Marina Zenovich.
Una lunga intervista rilasciata a Nanni Moretti e da noi pubblicata, in cui spazia dalla vita privata, alle difficoltà adolescenziali dovute alla religione ebraica, all’approccio col cinema, ai grandi successi di attore, sceneggiatore e regista.
Il coltello nell’acqua, datato 1962, è stato il suo primo lungometraggio a non avere come chiave principale la guerra. Nel 1968 emigrò negli Stati Uniti, dove girò uno dei suoi film più noti: Rosemary’s Baby, un horror-thriller. Nello stesso anno sposa l’attrice Sharon Tate, assassinata nel 1969 dalla setta di Charles Manson.
Nel 1974 girò negli USA, Chinatown, che gli valse una nomination all’Oscar e sembrò avviarlo verso una promettente carriera a Hollywood, omettendo però di confessare, (lo farà soltanto nel febbraio del 1978), di aver abusato della tredicenne Samantha Geimer, sotto gli effetti di droghe. Per tale reato, ricevette una condanna da parte di un tribunale americano, e fuggì in Francia, dove tuttora vive.
Ha ottenuto una seconda nomination all’Oscar per Tess (1979). Il 26 maggio 2002 ottenne la Palma d’Oro al Festival di Cannes per Il pianista e, sempre nel 2002, ottenne la statuetta dell’Academy per la regia dello stesso film; visto che il regista non potè andare a ritirare l’oscar di persona a Los Angeles per via della condanna per corruzione di minorenne, il premio venne ritirato alla cerimonia da Harrison Ford che aveva recitato per Polanski in Frantic.