Ryuhey Sasaky è padre di famiglia rigido e autoritario che lavora in una multinazionale, molto ligio al al suo lavoro, quando improvvisamente si trova ad affrontare il suo licenziamento il mondo che si era creato e i pochi e piccoli contatti emotivi con la moglie ed i due figli si sgretolano insieme alle sue certezze.
Sasaki terrà per sè questo segreto, che per un mondo come quello giapponese equivale ad un lutto e ad un marchio sociale difficile da cancellare e metabolizzare, e si troverà insicuro e spaesato a perdere il controllo sui due figli.
Il primo comunicherà agli increduli genitori di volersi arruolare nell’esercito americano, l’atro, il più piccolo si ribellerà alle dure regole scolastiche e familiari che gli impediscono di esprimersi creativamente verso la musica ed in particolare con il pianoforte, strumento per cui è neturalmente portato.
Il regista Kiyoshi Kurosawa abbandona le atmosfere thriller/horror a lui congeniali per avvicinarsi al dramma familiare e al conflitto generazionale. Le atmosfere di Tokio Sonata sono comunque pervase di cupezza e straniamento, impronte emotive a cui il regista ci ha abituati. Tra i lavori del regista ricordiamo l’horror Kairo, un cult riletto dagli americani in chiave meno introspettiva e più tecnologica con il remake Pulse, attendiamo aggiornamenti per l’uscita italiana.