Arthur Kipps (Daniel Radcliffe) è un giovane avvocato londinese costretto, su ordine del suo datore di lavoro, a lasciare il figlioletto di tre anni per recarsi in un remoto villaggio onde assistere ai funerali della vedova Alice Drablow, una facoltosa cliente dello studio per cui lavora e sbrigare le pratiche legali inerenti al suo lascito ereditario, lascito che include anche una lugubre e vetusta villa sperduta tra le nebbie della campagna inglese. Kipps al suo arrivo troverà una strana atmosfera, gli abitanti del villaggio appaiono inquieti e terrorizzati da un qualche pericolo incombente di cui non è chiara la natura e all’avvocato, che deciderà di alloggiare nella villa della defunta vedova Drablow, cominceranno a manifestarsi episodi che hanno tutto l’aspetto di eventi sovrannaturali, accadimenti che saranno accompagnati da una vera e propria manifestazione spettrale che prenderà le sembianze di una misteriosa donna vestita di nero, che porta con sè un terrificante e oscuro segreto che riguarda una misteriosa e inspiegabile serie di decessi.
Seconda prova su grande schermo per lo specialista in thriller-horror James Watkins, suo il notevole Eden Lake e le sceneggiature di My Little Eye e The Descent 2. Watkins allestisce con dovizia una classica ghost-story, di quelle che giocano con atmosfera, location e suggestioni orrorifiche e che in questo caso può fruire del supporto di un incisivo Daniel Radcliffe, finalmente libero dall’ingombrante personaggio di Harry Potter e che come il Robert Pattinson di Twilight può cominciare a costruirsi una carriera altra, mettendo in campo un talento innegabile che dimostra di avere ancora molto da regalare.
Sulla scia dei recenti 1921 – Il mistero di Rookford e il remake Non avere paura del buio prodotto da Guillermo del Toro, Watkins sceglie una narrazione gradevolmente convenzionale e ricca di sfumature goticheggianti, non per niente il film è co-prodotto dalla rediviva Hammer Film, iconica casa di produzione che negli sessanta e settanta trasformò l’horror britannico in un fenomeno mondiale, vi segnaliamo tra le sue recenti produzioni l’ottimo Wake Wood, uno dei migliori horror del 2011.
The Woman in Black si rivela un’operazione vincente su tutti i fronti, a cominciare dalla solida controparte cartacea, il film è basato sull’omonimo racconto di Susan Hill, fino ad arrivare al comparto tecnico di altissimo profilo, ad un cast che vanta solidi veterani e caratteristi di razza tutti impegnati a sostenere la convincente prova di Radcliffe e al giovane regista che regala al film un riuscito mix di look classico e narrazione moderna, insomma i brividi sono assicurati e a fare il resto ci pensa una confezione di gran classe.
Nelle sale a partire dal 2 marzo 2012
Note di produzione: Il racconto della scrittrice Susan Hill datato 1983 ha già fruito di una trasposizione teatrale nel 1987 e di una televisiva datata 1989. Il film in origine era stato pianificato per essere girato in 3D, opzione abbandonata in corso d’opera.