Mark Zuckerberg (Jesse Eisenberg), studente universitario di Harvard è quello che si può definire un lucroso mix di genio creativo ed eccentricità, una sera grazie ad un litigio con la sua ragazza stufa del suo carattere egocentrico crea un programma informatico dove poter votare con un semplice clic le ragazze di tutto il campus universitario, violando e mandando in crash il server dell’università con il risultato di incorrere in una sazione disciplinare.
Quello che più colpisce i gemelli Cameron e Tyler Winklevoss, campioni di canotaggio e figli di papà, del lavoro di Zuckerberg non è tanto l’aver scritto un codice di programmazione in una sola notte, ma la potenzialità dei contatti ricevuti, potenzialità che vorrebbero applicare ad un loro progetto, il dominio Harvardconnection, così ingaggiano Zuckerberg affinchè scriva il codice per loro il sito.
Mentre accetta la proposta Zuckerberg ha un’intuizione, gli accadimenti di quella notte, più la proposta dei fratelli Winklevoss innescano un’idea tanto semplice nella sua applicazione quanto straordinaria per quello che sarà capace di scatenare all’interno del web, nasce cosi la prima versione del moderno Facebook, il social network più popolare e visitato di internet, trasformando la società nel frattempo costituita da Zuckerberg e due suoi compagni di corso, in un azienda da 25 miliardi di dollari e il suo fondatore nel più giovane miliardario della storia, ma gli Winklevoss non ci stanno e gli faranno causa per furto di proprietà intellettuale.
David Fincher ci aveva dimostrato di saper maneggiare il thriller in maniera superba sfornando a breve distanza due cult del calibro di Seven e Fight club, poi il cambio di direzione con Zodiac, che nonostante trattasse di un serial killer si allontanava a grandi passi dai succitati cult, poi il fiabesco Il curioso caso di Benjamin Button, altro esempio del voler sperimentare nuove strade e soprattutto nuovi generi.
L’ultima tappa è stato proprio questo The Social Network, una biopic con tutti i crismi del genere, raccontata con un’alternarsi di flashback narrati con indubbia efficacia, mai confusi e sempre ricchi di nuovi particolari che delineano senza clamori e soprattutto dal punto di vista dei protagonisti, la nascita di uno dei fenomeni web più rilevanti e controversi di sempre, con l’aggiunta dell’elemento legal che fa da filo conduttore tra presente e passato.
A parte una regia solida che senza dubbio fa la differenza, bisogna sottolineare la bravura di Jesse Eisenberg nel caratterizzare lo straniato protagonista e la sua tutta apparente impassibilità di fronte al’ineluttabilità del successo, un’ennesima conferma per lui di quanto visto sinora e una scelta azzeccata da parte di Fincher che punta con decisione al minimalismo, evitando di scegliere volti troppo caratterizzanti che avrebbero potuto distogliere l’attenzione dall’intento narrativo del film.
The Social Network racconta in maniera impeccabile l’escalation di un successo troppo repentino e al contempo figlio legittimo e specchio della caotica era amultimediale in cui viviamo, ma anche il classico percorso di chi si ritrova ricco, famoso e circondato da personaggi ambigui, parassiti pronti a cibarsi a piccole, ma incisive dosi dell’altrui momento di gloria.
Nelle sale dal 12 novembre 2010
Note di produzione: nel cast compare la popstar prestata al grande schermo Justin Timberlake, il film è stato presentato fuori concorso alla quinta edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, a fronte di un budget investito di 50 milioni di dollari, il film di Fincher ne incassa worldwide oltre 150.