Un’esplosione nucleare devasta New York, ma poco prima che l’onda d’urto investa un palazzo, un gruppo di inquilini riesce a raggiungere lo scantinato dell’edificio, dove si barrica in attesa dei soccorsi. Il manipolo di superstiti è composto da 8 residenti, Eva (Lauren German) e il suo fidanzato Sam (Iván González), Josh (Milo Ventimiglia) e suo fratello Adrien (Ashton Holmes), Bobby (Michael Eklund) un amico di Josh, Marilyn (Rosanna Arquette) e sua figlia Wendi (Abbey Thickson) e Devlin (Courtney B. Vance) più il paranoico manutentore dello stabile Mickey (Michael Biehn) che dopo aver sigillato la porta cerca di imporsi sul gruppo, visto che l’uomo ha attrezzato il posto per sopravvivere in completo isolamento, proprio in vista di una situazione come quella che si sta verificando all’esterno.
Non ci vorrà molto tempo prima che la tensione e il panico prendano il sopravvento mettendo in mostra il lato più bestiale dei superstiti, che si paleserà in un’atavico istinto di sopravvivenza che trasformerà il rifugio in un vero e proprio girone infernale dove vige la legge del più forte e del più brutale. Le cose peggioreranno ulteriormente quando dall’esterno irromperà una squadra di uomini con tute anti-radiazioni e armi spianate che aggrediranno il gruppo scatenando di contro una violenta reazione che avrà terrificanti conseguenze.
Torna il regista francese Xavier Gens, alla sua terza prova su grande schermo dopo il buon Hitman e il sottovalutato Frontieres e stavolta sceglie di allestire un claustrofobico thriller-psicologico con qualche piccola digressione nella fantascienza a sfondo post-apocalittico. Certamente non è cosa facile gestire un cast così numeroso all’interno di una location così angusta, anche se Gens è un virtuoso della macchina da presa e sfrutta a dovere lo spazio a disposizione.
Il cast è il cuore dell’intera operazione, c’è chi riserva qualche sorpresa come il Milo Ventimiglia della serie tv Heroes che plasma una metamorfosi di spessore, chi fa il suo dovere come Lauren German che si è fatta le ossa con diversi film di genere come Hostel 2 e il remake di Non aprite quella porta e chi infine delude, sfornando caratterizzazioni sopra le righe e al limite del caricaturale come i veterani Michael Biehn e Rosanna Arquette.
The Divide ci ha riportato alla mente il notevole e sottovalutato The Hole, parliamo del thriller di Nick Hamm non dell’horror di Joe Dante, ma rispetto al thriller di Hamm, il film di Gens funziona a corrente alternata, eccessivamente fugace l’incipit e oltremodo repentina l’involuzione emotiva del gruppo, nel mezzo qualche godibile efferatezza e qualche mistero di troppo, il tutto messo in scena con una tecnica di altissimo profilo che rende la confezione piuttosto intrigante, il che permette di raggiungere indenni i titoli di coda tra istrionismi ed eccessi per un film che intriga, regala suggestioni, ma non convince del tutto.
Note di produzione: la colonna sonora è stata composta dal chitarrista e produttore musicale Jean-Pierre Taieb. Il film è basato su una sceneggiatura scritta in tandem da Karl Mueller ed Eron Sheean, L’attore Michael Biehn è divenuto celebre negli anni ’80 per un paio di ruoli in film diretti da James Cameron: il sergente Kyle Reese nel cult Terminator e il caporale dei Marines Dwayne Hicks nel memorabile sequel Aliens – Scontro finale.