Il 14 aprile 1865 presso il Ford Theatre di Washington il presidente degli Stati Uniti d’America Abramo Lincoln viene colpito a morte da John Wilkes Booth, un attore della Virginia simpatizzante sudista, che entrato nel palco presidenziale sparò un colpo di pistola calibro 44 alla testa del Presidente, urlando al suo indirizzo Sic semper tyrannis! (Così sempre per i tiranni!).
All’indomani dell’attentato Booth (Toby Kebbell), che pur ferito ad una gamba era riuscito a fuggire, viene trovato all’interno di un granaio ed ucciso, mentre vengono arrestati sette cospiratori e una donna, tale Mary Surratt (Robin Wright) proprietaria della pensione nella quale i cospiratori si sarebbero riuniti per pianificare non solo l’assassinio del Presidente Lincoln, ma anche quello del vice-presidente Andrew Johnson e del segretario di stato William H. Seward.
Washington diventa così il teatro di un processo pubblico atto a condannare e giustiziare nel più breve tempo possibile i cospiratori e dare stabilità alla sempre più fragile pace post-guerra civile, così a Mary Surratt verrà assegnato un avvocato, l’ex-soldato Fredrick Aiken (James McAvoy) che accetterà riluttante di difendere la donna, anche se con il passar del tempo e con l’acquisizione delle prove, in lui crescerà prima il dubbio, poi la certezza che Mary Surratt sia realtà solo un capro espiatorio e che la donna stia fungendo da esca per il figlio John (Johnny Simmons), considerato l’utimo dei cospiratori ancora in libertà e oggetto di una massiccia caccia all’uomo.
Robert Redford, a tre anni dal suo Leoni per agnelli, torna dietro la macchina da presa per portare in scena il processo ai membri di una delle più famose cospirazioni della storia degli Stati Uniti, imbastendo un solido e piuttosto corposo dramma storico a sfondo legale, supportato da un cast di spessore tra cui spiccano l’X-Men James McAvoy, l’ex-signora Penn Robin Wright e i veterani Tom Wilkinson e Kevin Kline.
The conspirator ha senza dubbio il pregio di mettere in luce il carisma della giovane stella in ascesa McAvoy, mentre la Wright sceglie una caratterizzazione piuttosto contenuta che non le consente di cimentarsi in sfumature emotive che ne avrebbero arricchito la performance, Redford dal canto è piuttosto ligio al copione e alla ricostruzione storica e soprattutto legale dei fatti, insomma non aspettatevi uno script revisionista alla Oliver Stone, lasciando intravedere come accaduto in Leoni per agnelli un certo didattismo che rischia di rendere il film un pò freddo, questo non inficia certo la sontuosa confezione della pellicola, ne tantomeno la performance di un cast che da solo vale la visione del film.
Nelle sale a partire dal 22 giugno 2011
Note di produzione: nel cast figurano anche Evan Rachel Wood (The Wrestler) e Justin Long (Amore a mille…miglia) e ATTENZIONE SPOILER! la vera Mary Surratt è stata la prima donna americana ad essere giustiziata tramite impiccagione.