Jack (George Clooney) è un killer americano che a causa del suo lavoro si trova in perenne movimento e non può avere ne radici, ne rapporti duraturi che ne possano mettere a rischio la copertura, la solitudine e il tempo che a volte sembra non passare mai vengono mitigati da gesti e abitudini che scandiscono il quotidiano.
Come spesso capita il rapporto continuo con la morte, il fardello di una coscienza che prima o poi presenta il conto e la solitudine, portano Jack a voler uscire dal giro, a spingerlo verso questa decisione anche un recente lavoro che non è andato come previsto, così comunicato al suo contatto la decisione di lasciare. jack accetta un ultima commissione in cui dovrà mettere a frutto la sua grande manualità assemblando un arma di precisione per una misteriosa cliente.
Jack per portare a termine l’incarico sceglie come location l’Italia e un paesino abruzzese in cui oltre ad incontrare la bella Clara (Violante Placido), con la quale inizierà una focosa relazione e a instaurare un rapporto d’amicizia con il parroco locale (Paolo Bonacelli), sembrerà trovare almeno per un pò la quiete tanto agognata.
Purtroppo Jack non riuscirà a godersi la tranquillità molto a lungo e neanche la storia con Clara che lentamente si evolve in un sentimento importante, perchè il mondo in cui vive irto di pericoli sconfinerà in quell’oasi di pace riportandolo bruscamente alla realtà.
Il regista olandese Anton Corbijn, all’attivo videoclip per Nirvana e Depeche Mode e l’intenso Control, biopic sul tormentato Ian Curtis leader dei Joy Division morto suicida, adatta il romanzo di Martin Booth A very private gentleman e confeziona un thriller visivamente elegante che propone un personaggio, il tormentato killer prezzolato, molto visitato dal mondo del cinema, basta ricordare il Leon di Besson piuttosto che i killer rivali di Assassins, ma che stavolta sembra non trovare una sua personalità, nonostante l’impegno di un Clooney sempre più bravo e una location inconsueta e proprio per questo intrigante.
The American è un film di genere, almeno sulla carta e lo stile elegante di Corbijn così funzionale in Control sembra in questo caso fuori fuoco, altro problema di un film che comunque bisogna ammettere si lascia guardare, è una certa mancanza di empatia verso i personaggi che si muovono prevedibili verso un colpo di scena finale sin troppo annunciato.