Come tu mi vuoi, recensione

Giada (Cristiana Capotondi) è una studentessa modello, ma in fatto di popolarità tra i ragazzi non raggiunge neanche la sufficienza, visto che è affetta da una sindrome cronica da brutto anatroccolo che la spinge a trascurarsi, pensando ingenuamente che nella società dell’apparire a tutti i costi la sostanza conti ancora qualcosa.

Riccardo (Nicolas Vaporidis) è invece proprio il contrario, svogliato negli studi e con un principio di sindrome di Peter Pan, il ragazzo oltre ad essere molto popolare è anche corteggiatissimo da uno stuole di oche che farebbero carte false per un’uscita con lui.

Le strade di queste due stili di vita agli antipodi finiranno comunque per incrociarsi, visto che la gang di cervelloni di cui si circonda il bel Riccardo gli consiglia di sedurre la bruttina, ma intelligente Giada al fine di sfruttarne la preparazione scolastica e scroccare qualche ripetizione che gli permetterebbe di alzare la desolante media di voti accumulati a stento e che non bastano più a tenere a bada la famiglia che minaccia di tagliare i fondi.

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Recensione: Iago

In una Venezia odierna, nella facoltà di architettura, Iago (Nicolas Vaporidis), studente talentuoso proveniente da un mondo e da una famiglia tutt’altro che facoltosi, si ritrova circondato da ricchi figli di papà provenienti da blasonate famiglie, rei secondo lui di viver di vita facile e di essere la causa della sua frustazione e dei suoi mancati successi.

Tra questi figli di papà spicca lo studente Otello (Aurielen Gaya), figlio di un architetto di fama mondiale e dal  brillante futuro già scritto, e che tra le amicizie paterne vanta addirittura il rettore della facoltà. Iago dal canto suo è concentrato a diventare il responsabile di una importante manifestazione universitaria che gli darà il prestigio e la visibilità tanto desiderate, quando vede i suoi progetti sfumare in favore di Otello in lui si scateneranno invidia e voglia di riscatto in un mix emotivo alquanto sorprendente.

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Volfango De Biasi: O come Otello

Volfango De Biasi cineasta romano classe 1972, brillante attore, studia recitazione sia a Los Angeles che a Parigi prima di decidere di intraprendere la carriera di regista, la decisione di recitare ne arricchirà sensibilità e bagaglio artistico e creerà sui vari set una sorta di fruttuosa empatia con gli attori che si troverà man mano a dirigere.

Dopo la fase attoriale nei film Gianluca e Movimenti, dirige dei videoclip musicali, spot pubblicitari, cortometraggi e alcuni documentari come Matti per il calcio del 2006. comunque l’esordio ufficiale è nel 1996 con un episodio del corale Esercizi di stile.

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