Il segno di venere, recensione

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Agnese e Cesira (Sophia Loren e Franca Valeri) sono due cugine che vivono insieme a Roma in casa del padre di Agnese (Virgilio  Riento) e con la zia napoletana Tina (Tina Pica). Agnese originaria del meridione è una bellezza procace di quelle che non passano certo inosservate, mentre Cesira milanese doc è proprio il contrario, decisamente meno appariscente della cugina vive costantemente al’ombra di quest’ultima, inconsapevole che Agnese in realtà la invidia per la libertà di cui dispone e per il lavoro che la rende indipendente.

Cesira all’apparenza così seriosa, perfettina e ligia al lavoro in realtà ha come tutto le donne un sogno romantico nel cassetto e si affida spesso all’astrologia pensando di ricevere finalmente la notizia di uno spasimante in  arrivo, così un bel giorno gli viene confidato da una chiromante che quello che sta per attraversare è il periodo migliore per trovare l’amore e di non lasciarsi scoraggiare da un eventuale disinteresse dell’uomo che incontrerà, perchè in realtà dietro si cela una passione inespressa.

Così Cesira, che non ha nessuno intenzione di lasciarsi scappare l’occasione di una vita, si impegna al massimo per scoprire chi sarà il suo misterioso Principe azzurro e naturalmente nella ricerca incontrerà ciarlatani, artisti falliti e piccoli cialtroni che approfitteranno senza vergogna della sua speranzosa ingenuità.

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Pane, amore e…: recensione

ScreenHunter_01 Jun. 19 06.18 (300 x 421)Il Maresciallo Carotenuto ( Vittorio De Sica) lasciata l’Arma dei Carabinieri torna nella natia Sorrento, dove ad attenderlo troverà il fratello parroco Don Matteo (Mario Carotenuto) e la casa di famiglia dove è cresciuto. I festeggiamenti per il bentornato, allietati anche dall’assegnazione del comando della locale stazione di vigili urbani, saranno in parte rovinati dalla notizia che la casa di famiglia non è libera.

Ad occupare l’appartamento la procace inquilina Donna Sofia (Sophia Loren) che userà tutte le sue arti seduttive per non venir sfrattata, nel frattempo Carotenuto verrà ospitato suo malgrado in casa della rigida Donna Violante (Lea Padovani) e a controllarlo affinchè la sua condotta morale resti irreprensibile, non solo il fratello prete, ma anche la carabiniera Caramella (Tina Pica), fedele domestica tutta d’un pezzo.

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Pane, amore e gelosia: recensione

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Ritroviamo i protagonisti del primo film all’indomani delle loro dichiarazioni d’amore, il maresciallo Carotenuto (Vittorio De Sica) scoperto che la levatrice Nannarella (Marisa Merlini) non solo ha un figlio, ma è stata abbandonata dall’uomo che l’ha sedotta, decide ugualmente di impegnarsi con lei, mentre il carabiniere Stellutti (Robert Risso) è riuscito finalmente a confessare il suo amore alla bella Bersagliera (Gina Lollobrigida che tra parentesi non aspettava altro.

Confessati i propri sentimenti le due coppie ora dovranno fare i conti con alcune complicazioni che rischieranno di minare l’immane fatica fatta, infatti Stellutti dovendo terminare il suo servizio in un altro paese, prima di partire affida la sua fidanzata a Carotenuto, che per tenerla d’occhio la assumerà come governante in casa propria dando il via ad una serie di chiacchiere che il piccolo paese contribuirà a far arrivare sia a Stellutti che a Nannarella, fomentando in loro gelosia e sospetti.

Ci vorrà un semplice ed ingenuo ballo tra la Bersagliera e Carotenuto affinchè  le coppie scoppino, Nannarella si lancerà in una scenata di gelosia e Stellutti romperà il fidanzamento. nel frattempo Carotenuto cercando di riparare all’equivoco intende sposare Nannarella e dare le dimissioni dall’Arma così da regolarizzare la loro situazione, ma il ritorno del seduttore latitante che vuole riparare al torto fatto in passato sposando Nannarella e riconoscendo suo figlio complicherà ancor più la situazione, intanto la Bersagliera pensa di abbandonare il paese…

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Pane, amore e fantasia: recensione

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A Sagliena, paesino del centro-italia, assisteremo alle schermaglie amorose e alle peripezie del maresciallo Antonio Carotenuto (Vittorio De Sica), fascinoso ed attempato sciupafemmine in divisa che nonostante l’avanzare dell’età non rinuncia  a correre dietro a qualche gonna locale, naturalmente con la discrezione che la divisa impone.

Nel sonnolento microcosmo di provincia in cui si muove Carotenuto gravitano la sua zelante domestica Caramella (Tina Pica), la bella levatrice Annarella (Marisa Merlini) che ha attirato da subito le attenzioni del maresciallo e la sensuale e ruspante Maria (Gina Lollobrigida) soprannominata La bersagliera, che nonostante l’apparente sfacciataggine e il caratterino vivace, nasconde il suo amore per il giovane carabiniere Pietro Stelluti (Roberto Risso).

Pane, amore e fantasia e la prima di quattro pellicole che dal 1953 al 1958 racconteranno l’Italia del dopoguerra partendo dalla provincia del film di Comencini, che attraverso una serie di personaggi improntati alla simpatia e alla genuinità, un cast in stato di grazia e una trama esile esile, ma con tutti gli ingredienti giusti per coinvolgere gli spettatori, su tutti l’onnipresente peripezia amorosa, riesce nel lontano 1953 a sbancare i botteghini, dare vita ad un prolifico filone e a lanciare una splendida Gina Lollobrigida, che ritrae un personaggio che rimarrrà nell’immaginario di un’intera generazione di spettatori.

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La baia di Napoli, recensione

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Michael Hamilton (Clark Gable) un avvocato americano in procinto di sposarsi giunge a Napoli per sistemare le ultime pratiche legali rimaste in sospeso dopo la tragica scomparsa del fratello Joseph, tra queste l’affido del suo nipotino di otto anni Nando che al momento vive con la zia materna Lucia Curcio (Sofia Loren), visto che la compagna di Joseph con la quale il fratello conviveva da tempo è anch’essa deceduta.

Lucia cantante di cabaret, è una ragazza affascinante ed esuberante, ma sembra poco adeguata a crescere un bambino, infatti Nando non sembra avere un vita regolata  che si addica alla sua età, oltre a non frequentare la scuola, passa le sue giornate tra un guaio all’altro senza un minimo di controllo.

Hamilton decide allora di rimandare la sua pertenza per stare vicino al nipote e cercare di impartirgli qualche lezione di vita e di buonsenso, nonchè una sana dose di disciplina di cui il ragazzino sembra proprio aver proprio bisogno.

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Boccaccio ’70, recensione

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Boccaccio si fa fonte ispiratrice per una produzione firmata Carlo Ponti, le  suggestioni del famoso novellista rilette, rivisitate e utilizzate per descrivere con sarcasmo una società, quella degli anni ’60, in pieno boom economico.

Pronta ad una trasformazione dei costumi ma fondamentalmente ancora schiava della censura e di un puritanesimo condominiale che si scontra con la voglia di trasgredire e di raccontare un Italia in piena evoluzione/rivoluzione sessuale.

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La ciociara: recensione

locandinaCesira (Sofia Loren) è una vedova volitiva e coraggiosa che decide di lasciare Roma per allontanarsi dal pericolo della guerra, l’idea è di trasferirsi con la figlioletta tredicenne Rosetta (Eleonora Brown) in Ciociaria, nel suo paese natio.

La donna intraprende il viaggio e raggiunge il suo paese, lasciandosi alle spalle i bombardamenti e le insidie della guerra, qui incontra un giovane comunista, Michele (Jean-Paul Belmondo).  Tra i due non sembra colpo di fulmine, anzi, ma lentamente Cesira troverà nell’uomo l’amore dimenticato e Rosetta il padre perduto. Purtroppo la guerra non è abbastanza lontana e Michele viene catturato da alcuni naziziti e sparisce nel nulla.

Quando i tempi sembrano maturi per tornare in città Cesira con la figlia riprende la strada per la capitale, ma durante il viaggio di ritorno le due verranno aggredite e violentate da alcuni soldati marocchini.

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Festival del Cinema Italiano di Bastia 2009: il cinema italiano sbarca in Corsica

A Bastia in Corsica dal 31 Gennaio al 7 Febbraio 2009 si svolgerà la ventunesima edizione del Festival del Cinema Italiano, un evento che raccoglierà il meglio del cinema dello scorso anno e vi aggiungerà proiezioni speciali, eventi culinari, esposizioni, concerti e conferenze, che dire una festa per tutti gli amanti del cinema.

La manifestazione avrà la doverosa parte competitiva, con la sezione Panorama in cui gareggeranno dieci pellicole, tra cui Sanguepazzo di Marco Tullio Giordana e il pluripremiato Mar nero dell’esordiente Federico Bondi.

Fuori concorso ci sarà il meglio del cinema d’autore italiano rappresentato da cinque pellicole. dalla sorpresa Il pranzo di Ferragosto di Gianni Di Gregorio al coinvolgente Il divo di Paolo Sorrentino.

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Recensione: Sciuscià

La vita non è facile per Pasquale (Franco Interlenghi) e Giuseppe (Rinaldo Smordoni), due piccoli lustrascarpe che lavorano sui marciapiedi di via Veneto a Roma, i disagi ed il campare alla giornata, sono onnipresenti nella loro vita ma la voglia di divertirsi e sognare che è propria della fanciullezza, gli permette con i soldi raccimolati, ogni volta che possono,  di affittare, a Villa Borghese, un cavallo di nome Bersagliere e cavalcarlo dimenticando per qualche minuto la durezza della vita.

Purtroppo i due si trovano involontariamente coinvolti in un furto e vengono entrambi arrestati, ma prima riescono ad acquistare il tanto desiderato Bersagliere e ad affidarlo ad uno stalliere. Portati in carcere saranno separati e Pasquale, con l’inganno sarà costretto a confessare i nomi dei complici del furto tra i quali c’è il fratello di Pasquale, che verrà arrestato.

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Recensione: Umberto D.

Umberto Domenico Ferrari,  pensionato, ha lavorato per trent’anni al Ministero dei Lavori Pubblici, un impiegato modello, discreto e ligio al dovere, ma purtroppo la sua tranquilla  vita di pensionato si scontra con una minaccia di sfratto ed una sensazione di deriva che lo porterà a pensieri suicidi. Sarà il suo fedele compagno Flaik, un cagnolino, a ridestare in lui la voglia di vivere e la speranza, se non in una vita migliore, almeno in un ottimismo che consenta di affrontare le storture quotidiane giorno per giorno.

Il neorealismo italiano rappresenta, per molti critici e per chi sta scrivendo, l’apice artistico del cinema italiano, un periodo fervido di piccoli grandi palpitanti capolavori, giudicati estremi da molti all’epoca, per il loro linguaggio duro e senza filtri.

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Vittorio, Manuel e Christian De Sica: la passione si chiama cinema

Spesso e volentieri il Cinemaniaco si occupa della storia, delle opere e della vita delle grandi famiglie legate da un unico comune denominatore: il cinema. Quest’oggi non potevamo esimerci dal rendere omaggio ad una grande famiglia italiana, che ha fatto dello spettacolo, della musica e del cinema per l’appunto, la propria esistenza, la propria missione. Uno style tutto partenopeo, che porta i nomi di Vittorio, Manuel e Christian De Sica.

Vittorio De Sica, figlio di un impiegato di banca, Umberto, col quale aveva un rapporto molto bello e forte, e al quale dedicherà il suo film, Umberto D., già durante gli studi di ragioneria , ottiene un piccolo ruolo in un film muto diretto da Giancarlo Saccon, Il processo Clemenceau del 1917.

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65ma Mostra del Cinema: trionfa il film dei Cohen e la coppia Clooney-Pitt

La 65ma Mostra del Cinema, iniziata ieri a Venezia possiede tutte le prerogative degli eventi destinati a lasciare ancora una volta il segno, le immancabili e perché no benvenute polemiche a fare da cassa di risonanza: secondo il giornale tedesco “Der Spiegel” troppi i film italiani in concorso, ma siamo in Italia no? Poi la parata di star e autorità che in serata sono sfilate sul red carpet prima della proiezione del grande protagonista della giornata odierna, dopo l’anteprima di ieri per la stampa e i vip, ovvero il film dei fratelli Coen.

Come in Non è un paese per vecchi, i due autori terribili Ethan e Joel, si cimentano in una dissacrante critica della società americana nella loro nuova opera Burn After Reading, presentata fuori concorso, dal cast di prima grandezza: Brad Pitt, George Clooney al mattino in conferenza stampa, poi nel pomeriggio a firmare autografi sul red carpet, a cui vanno aggiunti Frances McDormand anche lui a Venezia assieme a Tilda Swinton, il grande John Malkovich, Richard Jenkins, J. K. Simmons.

Una spy story divertente e dissacrante con l’immancabile, amaro fondo di verità, accolta dal fragoroso applauso del pubblico al termine della proiezione. La coppia Clooney-Pitt, quest’ultimo in particolare, non finisce mai di stupire calata in un ruolo non certo facile da interpretare: due emeriti idioti alla ricerca di denaro facile, un personal trainer e un ex bodyguard alla ricerca di quella fortuna, che la vita non gli ha mai veramente concesso.

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