Robot, 90 anni di fantascienza al cinema e non solo

Nonostante sia trascorso quasi un secolo il termine robot, che proprio in questi giorni compie 90 anni, è ancora uno dei termini più rappresentativi dell’universo fantascientifico, dalla notte dei tempi si è contribuito a creare un vero e proprio immaginario popolato da versioni meccanizzate e antropomorfe dell’essere umano che con il passare dei decenni hanno subito fisiologiche ed inevitabili mutazioni, vedi allora coniare termini come cyborg, androide o replicante adattandoli di volta in volta al concetto di umanità e coscienza di se, all’essere in quanto esistere con tutti i dilemmi che ne possono conseguire.

Il cinema dal canto suo ha saccheggiato l’immaginario dei piu grandi scrittori di fantascienza per dare corpo ad un esercito di automi in celluloide dalle più svariate fogge e dalle diverse personalità, lo scrittore Isaac Asimov va oltre immaginando una società il cui i robot rappresentano il quotidiano e coniando le Tre leggi fondamentali della robotica che ritroveremo applicate ne L’uomo Bicentenario e violate nel thriller-fantascientifico Io, Robot, oltre che citate dall’androide Bishop nel sequel Aliens-Scontro finale.

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Jamie Lee Curtis: una carriera da urlo

Attrice sorprendente Jamie Lee Curtis, partita come reginetta dell’horror negli anni ’80, la sua innata verve comica ed un certo carisma ne hanno fatto interprete brillante in molte commedie intelligenti, dove del sano umorismo e dell’autoironia, questa talentuosa attrice ha fatto virtù.

Jamie Lee Curtis nasce in California, a Los Angeles il 22 Novembre 1958, è quella che si definisce  la figlia d’arte per antonomasia, madre l’affascinante attrice Janet Leigh e padre l’eclettico ed ironico Tony Curtis un’esplosiva commistione di talentuosi geni che in questo caso ha colto nel segno, Jamie sembra concepita per il palcoscenico, l’istinto d’attrice si fa presto strada e la ragazza inizia la carriera con la canonica gavetta televisiva.

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