Il brigadiere Pasquale Zagaria ama la mamma e la polizia, recensione

Il pasticcione e logorroico brigadiere della polizia Pasquale Zagaria (Lino Banfi), asso dei travestimenti e nel lasciarsi sfuggire ogni malvivente cui da la caccia, vede prima un lento ed inesorabile tracollo della sua carriera fino ad essere degradato da maresciallo a guardia semplice, per poi onde evitare di finire come ultima tappa nell’unità cinofila, in un ultimo gesto d’orgoglio da le dimissioni che naturalmente verranno immediatamente accettate.

La vita da civile per Zagaria non è affatto semplice, trasferitosi con la moglie Pupetta (Francesca Romana Coluzzi) in un casale nella campagna romana, l’ex-poliziotto tortura vicini ed animali cercando di riprovare il brivido della caccia perduto con esilaranti investigazioni, improbabili interrogatori e una mania di giocare al poliziotto sotto copertura con tanto di macchina forografica al seguito.

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I bruttissimi, Pierino torna a scuola

ScreenHunter_04 Jun. 23 10.59 (300 x 454)Per la serie nostalgia canaglia, Alvaro Vitali dopo aver incarnato l’icona da barzelletta formato scuola elementare nella saga dedicata all’irriverente e discolo Pierino, essere stato scopiazzato e aver egli stesso rimaneggiato il suo personaggio con un paio di spin-off all’amatriciana, tenta di riportare sullo schermo un personaggio che sente pesantemente lo scorrere del tempo.

Ad otto anni di distanza da Pierino colpisce ancora esce nelle sale Pierino torna a scuola, un sequel tanto inadeguato da rivelarsi un’arma a doppio taglio mostrando fino in fondo la fragilità di una serie di film figli di un periodo e di una generazione che riportare sullo schermo in pieni anni ’90 si rivela un azzardo imperdonabile. La regia di questo ultimo sequel, anche se in realtà ce ne dovrebbero essere in giro altri due mai distribuiti, è affidata a Mariano Laurenti.

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L’allenatore nel pallone 2, recensione

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I fasti e la salvezza strappata in extremis della mitica Longobarda, fanno ormai parte del glorioso passato dell’ex-allenatore, ora imprenditore Oronzo Canà (Lino Banfi), che abbandonata la panchina gestisce un’azienda agricola che produce olio d’oliva, accanto a lui l’inseparabile moglie Mara (Giuliana Calandra), e la figlia Michelina (Stefania Spugnini), a cui si sono aggiunti il fedigrafo genero Fedele (Biagio Izzo)  e il nipote Oronzino.

Una sera però l’ex-mister viene invitato ad una trasmissione sportiva per festeggiare il ritorno della Longobarda in serie A e in vena di nostalgiche reminscenze sportive Canà confessa che in quella ultima e decisiva partita, che salvò la Lomgobarda da una ormai certa retrocessione, c’erano state delle pressioni dell’allora presidente della società per questioni economiche.

La bomba mediatica esplode e lo scandalo fa il giro di tv, web e giornali, così Willy Borlotti (Andrea Pucci)  figlio del vecchio presidente, si ritrova coinvolto in una ridda di voci e scoop scandalistici che fanno crollare le quotazioni della neo-promossa società irritando non poco l’ambiguo imprenditore russo Ivan Ramenko (Emilio de Marchi), fresco associato della Longobarda ormai nella bufera.

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B-cult: Al bar dello sport

Al bar dello sport insieme a Vieni avanti cretino e allo spassoso L’allenatore nel pallone ben rappresentano il buono della commedia all’italiana anni ’80 e sono sicuramente la summa del miglior Banfi che in questo film in particolare racconta il sogno all’italiana fatto di vincite miliardarie al Totocalcio e di accoglienti e rassicuranti Bar dello sport.

Banfi è Lino, uno squattrinato immigrato trasferitosi al nord in casa della sorella e del cognato, vessato quotidianamente da entrambi, sbarca il lunario con assurdi lavoretti, passa le serate nel suo bar preferito e continua a fuggire da maneschi debitori che sogna di pagare con immaginarie vincite al Totocalcio.

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B-cult: Vieni avanti cretino!

Era il 1982 quando nelle sale usciva uno dei migliori e più esilaranti film di Lino Banfi, Vieni avanti cretino. la trama collega varie scenette dal sapore barzellettistico unite dalle vicissitudini di tale Pasquale Baudaffi che appena uscito dal carcere, ospitato del cugino Gaetano, si mette in cerca di un lavoro.

Va da sè che ogni colloquio e ogni nuovo impiego saranno la scusa per una serie di gag e situazioni spassose che metteranno in luce un Banfi veramente in forma in una sceneggiatura al suo completo servizio.

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