Collider via Variety riferisce che la Universal è intenzionata a dare un sequel al campione d’incassi del 2003 Una settimana da Dio. Il film originale, interpretato da Jim Carrey, è stato un blockbuster incassando quasi 500 milioni dollari in tutto il mondo. Lo studio ha cercato senza successo di proseguire il franchise senza Carrey con lo spin-off del 2007 Un’impresa da Dio, trasformando in protagonista uno dei personaggi minori del film originale interpretato da Steve Carell.
Una settimana da Dio
40 anni vergine, recensione
Andy Stitzer (Steve Carell) lavora come commesso in uno store di elettronica, la sua timidezza e l’incapacità di relazionarsi con l’altro sesso lo hanno portato a superare la soglia dei quarant’anni praticamente illibato.
Stitzer è un raro caso di quarantenne vergine e il suo segreto ben presto verrà alla luce con tutte le imbarazzanti conseguenze del caso, sfottò da parte degli insensibili e un pò truci colleghi di lavoro, proposte indecenti dalla direttrice del reparto vendite, seguite da una serie di strampalati consigli su come superare l’imbarazzante empasse.
Dopo aver cercato di schivare proposte e consigli Stitzer capitolerà provando a seguire qualche dritta dei suoi colleghi di lavoro finendo in situazioni al limite dell’assurdo non riuscendo comunque a risolvere il suo problemino. Ci penserà il destino a fargli conoscere una bella madre single con cui Stitzer instaurerà una bella amicizia.
Bloopers di Una settimana da Dio
Ancora Jim Carrey protagonista per la nostra rubrica dedicata ai bloopers, mr. faccia di gomma sembra divertirsi un mondo a provocare i partner che man mano si alternano al suo fianco, esibendosi in uno spassoso one man show messo in scena da Carrey per cast e crew.
Nei due video dopo il salto i bloopers del film Una settimana da Dio, che vedono Jim Carrey oltre che alle prese con i partner Jennifer Aniston e il grande Morgan Freeman, esibirsi al pianoforte e in un divertente duetto con un collega a quattro zampe, e in coda al filmato la memorabile sequenza di smorfie di Steve Carell versione anchorman. Buon divertimento.
Una settimana da Dio, recensione
Bruce Nolan ( Jim Carrey) è un giornalista un tantinello sfigato, sapete di quelli a cui si affidano i servizi pallosi, i cosiddetti riempitivi come la sagra di paese, il guinness assurdo o la curiosità da almanacco del contadino, così sempre più frustrato Bruce prosegue la sua carriera all’inverso che lo porterà in amene località a raccontare di amene notizie in un crescendo di noia e insoddisfazione.
Se questo non bastasse alla lista si aggiungono una serie di incidenti di percorso tra i quali il suo licenziamento, goccia che fa traboccare il vaso e che mina inesorabilmente la fiducia di Bruce in un domani migliore e come molti, non sapendo con chi prendersela e l’impossibilità di insultare un inconsistente fato, Bruce se la prende nientemeno che con Dio in persona.
Il monologo di Bruce e le sue parole di fuoco arrivano ai piani alti, e sarà proprio Dio in persona a dimostrare a Bruce che il lavoro di suprema divinità onnipotente è tutt’altro che semplice, infatti gli consegnerà tutta la baracca trasformando per una settimana l’ex-giornalista in una divinità a tutti gli effetti con poteri sovrannaturali e onniscienza inclusi.
Un’impresa da Dio, recensione
La vita dell’anchor man Evan Baxter (Steve Carell) sembra andare a gonfie vele, appena eletto al Congresso si destreggia tra una bella famiglia, una nuova casa ed una carica politica in divenire, ma qualcosa sta per sconvolgere la pianificatissima vita del meticoloso Evan.
A rompergli le uova nel paniere nientemeno che una chiamata dai piani alti, Dio (Morgan Freeman) ha deciso che sarà proprio lui il nuovo Noè, perchè sembra che si stia approssimando una nuova alluvione di proporzioni bibliche, ed Evan dovrà costruire un’arca che possa ospitare e trarre in salvo tutte le specie di animali.
Sin qui sembra tutto chiaro, il problema è che Evan, per nulla convinto, comincerà a cambiare anche fisicamente, prendendo le sembianze del Noè di biblica memoria, con tanto di capelli lunghi e barba impossibili da tagliare, animali che si presentano a lui spontaneamente trasformando la sua casa in uno zoo, e varie accuse tra cui quelle di essere uscito di testa, ma Evan sa quel che fa e presto tutti dovranno ricredersi.
Dragonfly-Il segno della libellula, recensione
Il dr. Joe Darrow (Kevin Costner) ha perso la moglie Emily ( Susanna Thompson) in un incidente avvenuto in Sud America, Emily era una dottoressa volontaria per una missione umanitaria e in attesa di un bimbo. La morte della moglie fa sprofondare Joe in una forte depressione da cui cerca pian piano di venir fuori.
Alcuni strani avvenimenti sembrano turbare la naturale elaborazione del lutto di Joe, come i racconti di alcuni piccoli pazienti di un reparto di oncologia che gli parlano di sogni in cui vedono la moglie o l’apparire di alcuni strani segni, come la reiterata comparsa di una libellula, insetto molto amato da Emily.
Segni che se per altri sarebbero mere coincidenze, diventano per Joe chiari messaggi sovrannaturali da parte di sua moglie che lo convincono a partire alla volta del Venezuela in cerca di risposte, e ne troverà di veramente inaspettate,
Jennifer Aniston: …e alla fine arriva Jennifer
Jennifer Aniston nasce a Sherman Oaks (California-USA) l’11 Febbraio 1969, padre attore di soap e madre ex-modella, jennifer trascorre buona parte della sua infanzia in Grecia fino a quando per lavoro si trasferisce con i genitori a New York. l’attrice ha avuto un padrino d’eccezione il Kojak televisivo Telly Savalas.
Portata per le arti figurative ad undici anni si iscrive alla Rudolph Steiner School di New York, dove studia anche recitazione e a quindici, dopo che un suo quadro viene esposto al Metropolitan Museum di New York si iscrive alla High School for the Performing Arts dove si diplomerà nel 1987.
Jim Carrey: cuore di clown
Vulcanico e irriverente, Jim Carrey è una creatura partorita dal cinema e dalla televisione, come il folle e disturbato uomo del cavo de il rompiscatole, è nato tra i miti della comicità slapstick come Jerry Lewis e nutrito a pane e imitazioni, ma il suo non è stato un percorso semplice, la lunga gavetta ne ha fatto l’attore completo che è oggi, un attore che tra dramma, thriller e commedia strabilia per professionalità ed istrionico talento.
James Eugene Redmond Carrey nasce a Newmarket (Canada), il 17 gennaio 1962, da kathleen casalinga e Percy, contabile con l’hobby della musica, cresce con tre fratelli più grandi, John, Patricia e Rita.