The Transporter, recensione

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Se si ha la necessità di consegnare un pacco che presumibilmente contenga materiale scottante, quasi certamente illegale e di cui le autorità non devono neanche sospettare l’esistenza, il trasportatore Frank Martin (Jason Statham) è l’uomo giusto, abile autista, esperto di arti marziali e con un passato militare, Frank segue un rigido codice di condotta per quanto riguarda il suo lavoro.

Le regole sono poche e semplici, una volta stretto un accordo non si torna indietro e non se ne modificano i termini, nessuna domanda sulla natura del trasporto se non la destinazione, mai e poi mai si aprono i pacchi trasportati e cosa più importante mai fare promesse che non si intendono o possono mantenere.

Dopo un movimentato trasporto di alcuni rapinatori, Frank se adeguatamente ricompensato funge anche da autista per rapine, toccherà ad un’ennesima misteriosa consegna che prevede il trasporto di un pacco per conto di  un criminale americano conosciuto come Wall Sreet (Matt Schulze), pacco che una volta aperto, una prima trasgressione alle regole, rivelerà una graziosa ragazza orientale (Shu Qi) legata ed imbavagliata che tenterà la fuga costringendo Frank ad avere uno scontro con la polizia.

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Transporter 3, recensione

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Torna Frank Martin (Jason Statham) ex-militare ed esperto pilota di vetture che decide di rifiutare un trasporto speciale da un cliente che reputa non affidabile, così consiglia al mancato datore di lavoro di rivolgersi altrove.

Il professionista che prenderà il posto di Martin si rivelerà non all’altezza del compito, ferito e braccato dalle autorità si rifugerà proprio in casa del collega dove chiederà il suo aiuto, ma l’uomo morirà e Martin scoprirà che il pacco da consegnare è Valentina (Natalya Rudakova), una giovane e misteriosa ragazza.

Il criminale che ha commissionato il lavoro ritiene Martin responsabile della fallita consegna, così costringe quest’ultimo a portare a destinazione Valentina, Accettato suo malgrado il lavoro, Martin sarà costretto ad indossare un braccialetto esplosivo, così a bordo della sua inseparabile Audi riceverà le coordinate della destinazione finale, e avrà il tempo del tragitto per scoprire chi è la misteriosa Valentina, liberarsi del braccialetto, e trovare una soluzione per uscire dal mare di guai in cui si è cacciato.

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Jason Statham: un duro made in England

Jason Statham è uno di quegli attori che nascondono un’autoironia a volte involontaria, a volte voluta, dietro una maschera da duro, una versatilità che i registi utilizzano nel migliore dei modi in action-movies con una forte connotazione comedy. Guardandolo non si può non pensare a Bruce Willis, il suo alter ego a stelle e strisce, molti connotati sia fisici che recitativi li accomunano, tra il serio e il faceto affrontano scene pericolose, inseguimenti mozzafiato e viaggiano di genere in genere trasformandosi da eroi per caso dalla battuta sempre pronta, ad armi inarrestabili che una volta innescate, solo i titoli di coda riescono a fermare.

Jason Statham nasce a londra nel 1972, padre cantante, madre ballerina, i genitori hanno l’abitudine di portarlo con loro durante le varie esibizioni e il piccolo Jason, come ogni star che si rispetti già mostra una spiccata predisposizione per il palcoscenico. Lo Showbiz attira non poco il giovane che comincia come modello in servizi fotografici e spot pubblicitari dove Statham può mostrare una certa fisicità e quell’aria da duro che contraddistinguerà tutti i suoi personaggi.

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