La prova, recensione

In un bar un’anziano signore sorprende gli astanti sfoggiando, nonostante l’età sorprendenti abilità nel combattimento corpo a corpo e dopo aver steso alcuni facinorosi clienti del locale, comincia a raccontare della sua vita piuttosto avventurosa.

Scopriremo che ilo suo nome è Christopher Dubois (Jean-Claude Van Damme) è che in gioventù, nel lontano 1925, viveva a New York. Rimasto orfano da bambino, Dubois si prendeva cura all’epoca di un folto gruppo di giovani orfani vivendo di espedienti.

Costretto alla fuga e ad abbandonare i suoi piccoli protetti, promettendogli però di tornare al più presto, Dubois braccato dalla polizia finirà per nascondersi su una nave in procinto di salpare, nave in cui verrà scoperto e da clandestino ridotto in catene da alcuni contrabbandieri turchi.

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I bruttissimi, Sfida tra i ghiacci

Sfida tra i ghiacci

Per la rubrica I bruttissimi torniamo ad occuparci di Steven Seagal che nel 1994 sforna il pasticcio action eco-ambientalista Sfida tra i ghiacci, debutto alla regia dell’attore ed inizio del suo declino che lo relegherà ben presto nel mercato home-video, dopo un decennio all’insegna di alti e bassi, tentativi di resurrezione e tonfi colossali.

Molti gli attori che come Seagal hanno fatto il grosso errore di anticipare il passaggio dietro la macchina da presa, causando non pochi danni, vedi gli esempi di Van Damme con il suo The Quest-la prova, o più recentemente Tony Jaa con il suo Ong Bak 2-la nascita del dragone.

Seagal da sempre impegnato in ambito ambientalista e strenuo difensore delle minoranze etniche, si trasforma per l’occasione in uno specialista in esplosivi con una particolare abilità nel domare incendi di cui sono oggetto pozzi petroliferi e raffinerie, al soldo in Alaska di un sordido amministratore delegato (Michael Caine) si ribellerà al suo datore di lavoro reo di commerciare in rifiuti tossici e difenderà i diritti degli eschimesi.

Un film pasticciato, infarcito di retorica e scena al limte del surreale,basta dare un’occhiata ai video in coda al post, la rissa in un bar con redenzione a suon di botte di un tipaccio da osteria, e la fase mistica con visioni di cui è oggetto il protagonista durante la sua permanenza in un villaggio eschimese.

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Ong Bak 2-La nascita del dragone, recensione in anteprima

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Thailandia XV secolo, il piccolo Tien assiste impotente al massacro della sua famiglia, cercando di scampare a morte certa si da alla fuga, ma viene catturato da alcuni mercanti di schiavi.

Gettato in una fossa di coccodrilli Tien affronterà per la seconda volta la morte, ma verrà salvato in extremis da Chernang, leader di un gruppo di banditi che deciderà di prenderlo con sè e insegnargli l’arte del combattimento, così il ragazzo assorbirà le moltissime influenze dello stile del maestro che lo trasformeranno, oltre che in un formidabile lottatore a mani nude, anche in un esperto di duelli all’arma bianca.

Ben presto verrà il momento per Tien di abbandonare il suo maestro,  intraprendere la ricerca dei carnefici della sua famiglia e avere la sua vendetta. L’occasione saranno alcuni festeggiamenti indetti da Lord Rachasa, naturalmente Tien parteciperà avvicinandosi così all’uomo responsabile della morte dei suoi genitori.

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