La città verrà distrutta all’alba, recensione in anteprima

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Ogden Marsh (Iowa), cittadina del midwest  americano decisamente tranquilla, quasi da cartolina, dove le mostruosità e la violenza partorite dalle tentacolari metropoli statunitensi sembrano ben lontane, abbastanza rassicurante da poterci sognare una tranquilla vecchiaia.

1600 anime sotto lo sguardo vigile dello sceriffo David Dutton (Timothy Holyphant) un brav’uomo con una bella moglie, un figlio in arrivo, ed un lavoro tranquillo, almeno sino a quando i segni di una follia dilagante cominceranno a manifestarsi nei sino ad allora tranquiili concittadini, tutto inizierà con quello che sembra lo sfogo di un ubriaco che imbracciando un fucile invade una festosa partita di baseball.

Dutton sarà costretto ad ucciderlo onde evitare che l’uomo gli spari, ma lo sceriffo non avrà nemmeno il tempo di lasciarsi andera ai sensi di colpa per un atto necessario, perchè a quel gesto ne seguirà un altro ed un altro ancora, gesti inconsulti, folli e sempre più violenti messi in atto da cittadini sino a quel momento irreprensibili,

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Dakota Fanning: una piccola grande diva

Hannah Dakota Fanning nasce a Conyers (Georgia-USA) il 23 Febbraio 1994, figlia di due ex-sportivi, madre tennista e padre giocatore professionista di Baseball, ma la piccola Dakota ha l’istinto dell’attrice e durante alcune rappresentazioni teatrali tra coetanei sono i genitori degli altri bambni a notare il talento della bambina.

Dopo qualche ruolo in alcuni spot pubblicitari, la famiglia Fanning intravede una solida possibilità di lavoro per la figlia, così si trasferiscono a Los Angeles dove Dakota recita prima nel cortometraggio Father Xmas per poi debuttare ufficialmente nel 2001 nel film I gattoni.

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