Il mio West, recensione

In una piccola cittadina dell’ovest americano al confine con il Canada, in realtà siamo in Garfagnana, il medico del villaggio noto come Doc (Leonardo Pieraccioni) ci introduce agli abitanti della cittadina, tra questi la moglie indiana Perla e il figlio Geremia, l’immancabile scemo del villaggio e Mary (Alessia Marcuzzi), la formosa tenutaria del locale saloon. La vita per Doc scorre piuttosto sonnolenta fino a che nella sua vita non ripiomba il padre Johnny (Harvey Keitel) un pistolero in disarmo con intenti di redenzione, se non fosse che di li a poco, sulle sue tracce non giunge a portar scompiglio nella tranquilla cittadina anche lo psicopatico Jack Sikora (David Bowie), un altro pistolero, stavolta tutt’altro che in disarmo e con un conto da saldare proprio con il padre di Doc, conto che Sikora vuole chiudere in un duello all’ultimo sangue.

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Marco Limberti: la tradizione toscana

Marco Limberti, trentanovenne regista toscano si dimostra sin da piccolo naturalmente portato per il mondo del cinema e della tv, a tredici anni invece del canonico motorino, chiede ai genitori una telecamera, come si suol dire il buongiorno si vede dal mattino.

Nel 1991 esordisce come aiuto-regista nel film Donne con le gonne di Francesco Nuti, un’esperienza molto positiva che lo convince ad approfondire il discorso registico frequentando alcuni corsi di perfezionamento negli Stati Uniti.

Nel 1995 trasferitosi a Roma collabora, sempre in veste di aiuto-regista con Giovanni Veronesi per Silenzio si nasce e  con Leonardo Pieraccioni ne I laureati.

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Recensione: Italians

Dopo una vita passata a contrabbandare, per una ditta romana, Ferrari rubate negli Emirati Arabi, Fortunato (Sergio Castellitto) decide di ritirarsi e sceglie come suo successore il giovane ed inesperto Marcello (Riccardo Scamarcio), cercando in due giorni e due notti di istruirlo sugli usi e costumi locali, e trasmettergli qualche trucco del mestiere.

Durante il peregrinare nel deserto, i due si avvicineranno e conosceranno a fondo nonostante il poco tempo a disposizione, ed un’amicizia forte sembrerà consolidarsi, e così tra imprevisti, posti di blocco, nottate brave, e gare di Ferrari nel deserto, Fortunato avrà la possibilità di raccontarsi al giovane amico e Marcello di mettersi nei guai ed imparare qualcosa.

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Giovanni Veronesi: un italiano vero

Giovanni veronesi è stato, negli ultimi anni, lo sceneggiatore più prolifico del cinema italiano, virtuoso della commedia, del suo talento si sono serviti i più grandi attori comici italiani, da Francesco Nuti a Massimo Ceccherini, da Carlo Verdone a Roberto Pieraccioni, sul novanta per cento, dei copioni campioni d’incasso degli ultimi dieci anni, c’è la sua firma.

Giovanni Veronesi, classe 1962, nasce a Prato, i suoi esordi nel cinema sono in veste di attore nel film di Pupi Avati Gita scolastica (1983), poi il lungo intermezzo come co-sceneggiatore insieme a Vincenzo Cerami di alcuni dei più grandi successi di Francesco Nuti, Tutta colpa del paradiso (1985), Stregati (1987) e Caruso PasKosky di padre polacco (1988).

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