Every Little Step: dietro le quinte di A Chorus Line

I criticatissimi reality ed i Talent show, con tutte le polemiche che si portano inevitabilmente dietro, hanno comunque un merito, aver contribuito a sdoganare un certo realismo, anche se spettacolarizzato, che è l’anima del documentario, una volta esclusiva di esperti cinefili o di pubblico da festival, oggi il documentario è pronto ad essere fruito dalla massa, così dopo i mockumentary sospesi tra molta fiction e pochissima realtà, è il momento del vero documentario, fatto di backstage, interviste e vita reale.

Dopo i Rockumentary Shine a light ed il recente Anvil!: The story of Anvil ecco arrivare nelle sale statunitensi anche Every little step, documentario che vede la celebrazione di A Chorus Line, un musical cult che oltre che migliaia di rappresentazioni ha ispirato anche un film con un Michael Douglas.

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I misteri di Pittsburgh: un’estate da ricordare

Pittsbourgh, estate, anni ’80, un periodo di quelli che non si possono dimenticare, forse la più bella estate mai passata per Art Bechstein (Jon Foster) fresco di laurea con un futuro alquanto nebuloso, e una vita che scorre senza entusiasmo tra il suo rapporto ormai afflitto dalla routine con la fidanzata Phlox (Mena Suvari), fidanzata con cui condivide un lavoro che gli preclude qualsiasi futuro ed il difficoltoso rapporto con il padre malavitoso Joe (Nick Nolte).

Un periodo che passerà senza lasciare alcuna traccia di sè, invece qualcosa di inaspettato, come quasi sempre accade quando meno te l’aspetti, trasformerà l’estate di Art in un momento difficile da dimenticare. Sarà l’incontro con una coppia molto affiatata ed estroversa, formata dalla bella e volitiva Jane (Sienna Miller) ed il suo scapestrato ragazzo Cleveland (Peter Sarsgaard) a movimentare la vita di Art , trascinandolo in divertenti, pericolose ed esaltanti avventure in una Pittsburgh sorprendente e tutta da scoprire.

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Presenze sul set: fantasmi dietro la macchina da presa?

Nessuno di noi ha bisogno di sapere cos’è un fantasma; del resto, credo che quasi nessuno di noi possa affermare di averne visto uno. Eppure tutti ne parlano, tutti sanno cosa sono, e nonostante certi fenomeni ancora non siano stati definiti in modo rigoroso, ognuno di noi si ritiene evidentemente in grado di vederne uno.

Alzando i piedi da terra rispetto all’articolo in cui si parlava dei morti sul set, adesso si sfora nel paranormale, nell’incertezza dell’allucinatorio, nella parapsicologia cinematografica e nei potenti effetti della suggestione.

Prendiamoci dei punti di riferimento: se i fantasmi esistono, non c’è motivo che neghi loro di andare al cinema. Men che mai di recarsi su un vero set cinematografico per assistere alle riprese di un film. Immaginatevi infatti la situaizone: siete più o menoinvisibili, evanescenti, potete attraversare i muri e, all’occorrenza, terrorizzare chi vi dà fastidio; in più avete di fronte a voi l’eternità. Avete presente le potenzialità di una vita del genere?

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