Niente velo per Jasira, recensione

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La tredicenne Jasira (Summer Bishil) sta affrontando il periodo più difficoltoso ed emotivamente impervio della sua vita, il periodo che si frappone tra il suo attuale bisogno fisiologico di sentirsi donna pur non avendone la maturità emotiva, e il diventarlo con tutte le contraddizioni ed emozioni che rendono il passaggio, se non supportati psicologicamente da figure familiari stabili e disponibili, psicologicamente rischioso. Mettiamoci anche che la ragazza è di origini medioorientali e vive in un paese pieno di contraddizioni come gli Stati Uniti in pieno conflitto iracheno e le cose per Jasira si fanno decisamente più complicate.

L’instabile madre di Jasira è un irlandese che vive con lei a Syracuse nello stato di New York, che scoperto un’ambiguo rapporto tra sua figlia e il suo nuovo compagno, spaventata, la spedisce in Texas dal padre di origine libanese, un padre-padrone di vecchio stampo, tradizionalista ad oltranza e che non disdegna all’occorrenza qualche ceffone intimidatorio, sperando che lui possa in qualche modo controllare la deriva della ragazza.

Purtroppo per Jasira le cose si complicano ulteriormente, il desiderio di nuove scoperte aumenta, un corpo che non sa pienamente gestire, adulti decisamente pericolosi ed ambigui che sanno invece come gestire lei e all’occorrenza circuirla a loro piacimento, come fa l’ambiguo Mr.Vuoso (Aaron Eckhart), un riservista per cui Jasira lavora come babysitter.

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Rodrigo Garcia: Quello che le donne non dicono

Rodrigo Garcia, regista colombiano nasce a Bogotà il 24 Agosto 1959, figlio del celebre scrittore Gabriel Garcia Marquez, è uno di quei registi che conosce a fondo il mezzo tecnico oltre a quello artistico, la sua peculiarità registica ha l’anima del racconto corale, e una sensibilià che gli permette da uomo di raccontare le donne, senza stereotiparle, ma cogliendone con l’obiettivo l’anima più intima e le emozioni ben nascoste sotto la superficie, svelandone vizi e virtù, ma sempre con quel tocco elegante e fortemente caratterizzante.

Garcia si fa le ossa sul campo, i suoi esordi dietro la macchina da presa sono come operatore in film come il melo’ romantico II profumo del mosto selvatico, e la commedia Piume di struzzo, una palestra di un certo spessore, dove il regista esplora e approfondisce alcune tecniche di ripresa di cineasti  stilisticamente molto diversi tra loro come Alfonso Arau e Mike Nichols.

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Thomas Newman, il compositore dei sogni

Thomas proveniente dalla grande dinastia hollywoodiana della famiglia Newman: Fratello di David e Maria (entrambi figli di Alfred), è nipote di Emil e Lionel, quest’ultimo padre di Randy, suo cugino.

Thomas Newman, scrive musica per produzioni minori di Broadway, teatri e gruppi musicali (“The Innocents” e “Tokyo 77“) e successivamente, terminati gli studi alla Yale University, grazie soprattutto agli auspici parentali, entra nel cinema alla metà degli anni ottanta.

Dieci anni dopo riceve due candidature agli Academy Awards con Piccole donne e Le ali delle libertà. Da allora, ha ricevuto otto nominations per American Beauty, Era mio padre, Alla ricerca di Nemo, Lemony Snicket’s e Intrigo a Berlino ed un Emmy Award per Six Feet Under.

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