Nell’incipit scopriamo un serial killer particolarmente creativo noto come il Mostro di Seattle che aggredisce nottetempo nel loro appartamento due sorelle gemelle, disturbato ne riuscirà ad uccidere solo una, mentre con la testimonianza della gemella sopravvissuta e l’apporto decisivo dello psichiatra forense Jack Gramm (Al Pacino) consulente per l’FBI, Jon Forster (Neal McDonough) verrà condannato come autore degli omicidi.
Nove anni più tardi, mentre Forster è a poche ore dalla sua esecuzione un altro killer, forse un emulatore o un complice di Forster, inizia a disseminare cadaveri di giovani studentesse accompagnate da video e indizi che mettono in dubbio la sentenza e soprattutto la testimonianza di Gramm, che riceverà dopo l’ennesima studentessa scomparsa, una telefonata che lo avverte di avere solo 88 minuti di vita.
Inizierà così per Gramm una corsa contro il tempo tra sospetti, depistaggi e inquietanti indizi, in cerca di chi sta lavorando con Forster o intende perlomeno emularne le efferate gesta con tanto di modus operandi fotocopia, mentre ogni telefonata del killer a Gramm equivale ad un lento countdown verso la morte.