La settimana si chiude in bellezza con ottimi film in prima serata. Da “Soldato Jane” con Demi Moore a “The Core”, ce ne è per tutti i gusti.
Schegge di paura
Fratelli in erba, recensione
Bill Kincaid (Edward Norton) è un professore di filosofia classica alla Brown university, ligio al dovere e allergico alle trasgressioni, proprio quando il sogno di una vita sta per realizzarsi, gli viene assegnata una cattedra, arriva la notizia che il suo fratello gemello Brady (Edward Norton) che non vede da molti anni è stato ucciso.
Preso il coraggio a due mani Bill parte alla volta del suo paese natio, giunto in Oklahoma scopre che in realtà il fratello è vivo e vegeto e che omicidio e funerale erano solo una scusa per trascinarlo in un piano che prevede che i due si scambino i ruoli come facevano da ragazzi.
Sin qui nulla di strano se non fosse che i due fratelli sono simili solo nell’aspetto perchè hanno caratteri e visioni della vita praticamente opposte, infatti Brady ha intrapreso un florido commercio di cannabis con annessa piantagione casalinga, la cui notevole qualità ha attirato l’attenzione di un boss locale (Richard Dreyfuss).
The Unsaid-Sotto silenzio, recensione
Michael Hunter (Andy Garcia) sta affrontando un periodo buio della sua vita, appassionato psicoterapeuta di successo si ritrova impotente davanti ad un suicidio in famiglia, il figlio si toglie la vita gettando Hunter e la moglie nello sconforto e nella disperazione, mentre Hunter si trova da solo a combattere con i sensi di colpa e a dubitare di se stesso e della professione tanto amata.
Quando ad Hunter viene proposto un caso disperato, un ragazzo dell’età del figlio suicida che si trova ricoverato in un istituto psichiatrico dopo che da ragazzino ha assistito ad un brutale omicidio in famiglia che pare aver rimosso seppellendolo nel suo subconscio, sembrerà all’uomo l’occasione giusta per confrontarsi con il proprio lutto non ancora pienamente elaborato.
Hunter deciderà di aiutare il ragazzo con il duplice scopo di aiutare anche se stesso confrontandosi con l’ombra del figlio suicida, questa sua non completa neutralità rispetto al caso lo porterà inevitabilmente ad un confronto pericoloso in cui ad un certo punto il rapporto medico/paziente vacillerà e Hunter rischierà di essere manipolato.
Sotto corte marziale, recensione
1944, il brilante studente in legge Thomas Hart (Colin Farrell) finisce in un campo di prigionia sotto l’egida di un colonnello nazista che ha nel colonnello americano McNamara (Bruce Willis), ufficiale duro e rigoroso, il suo referente tra i prigionieri.
L’arrivo nel campo di due prigionieri di colore scatena malumori e ritorsioni nella truppa controllata a stento da McNamara che si ritrova prima con uno dei due nuovi detenuti ucciso, e poi con il probabile mandante del primo delitto a sua volta trovato cadavere.
Accusato del secondo delitto il tenente Lincoln Scott (Terrence Howard) che sembra aver agito per vendicare il proprio compagno, lui si proclama innocente, e visto che anche nel campo di prigionia vige la legge marziale, il comandante del campo acconsente che McNamara processi Scott, e che a quest’ultimo venga assegnato un difensore che visti i precedenti accademici sarà proprio Hart.
Il caso Thomas Crawford: recensione
Thomas Crawford (Anthony Hopkins) è un marito che si scopre tradito, l’iter è sempre lo stesso, moglie giovane e sospetto cambio di abitudini ed atteggiamenti che insopettiscono il signor Crawford, che appurata l’avvenuta cornificazione, decide di metter su un ingegnoso piano per uccidere la bella consorte e farla franca in barba alle severa legislazione degli Stati Uniti.
Si, perche è proprio di una di queste leggi che Crawford intende avvalersi, quella che afferma che nessun imputato assolto in prima battuta per un omicidio può essere giudicato nuovamente per il medesimo reato, quindi fatta la legge, trovato l’inganno, almeno così pensa Crawford che uccisa la moglie si fa beffe della polizia costituendosi per poi uscire indenne dalla causa che lo accusa di omicidio.
Purtroppo per lui, Crawford non ha fatto i conti con un giovane e determinato pubblico ministero che non ha nessuna intenzione di mollare la presa e decide che come la legge si è piegata ai voleri di Crawford sarà lui stesso ad utilizzarla per sbatterlo in prigione.
Richard Gere: la lunga strada del successo
Richard Gere nonostante una densa e fruttuosa carriera nel cinema non ha mai trascurato la sua vena più mistica e il suo impegno sociale, mettendoci come si dice la faccia, promuovendo in giro per il mondo la sua religione, Gere è buddista, e la causa tibetana, attraverso un impegno costante che dura ormai da anni, e che l’attore instancabile ad ogni occasione non manca mai di ricordare.
Richard Gere nasce a Phildelphia, città della Pennsylvania (USA) il 31 agosto 1949. secondo di cinque figli, madre casalinga e padre assicuratore, è studente brillante e promettente atleta. La carriera scolastica è piena di soddisfazioni e riconoscimenti, ma oltre alla scuola e allo sport il giovane Gere si farà notare anche per una predisposizione naturale per la musica che metterà in pratica imparando a suonare pianoforte, chitarra, basso, ma si distinguerà come ottimo trombettista.
Edward Norton, tra carriera ed anticipazioni
Edward Harrison Norton, trentanovenne attore, regista e produttore cinematografico, è il maggiore di tre fratelli e dimostra fin da piccolo d’avere un amore per il teatro.
Dopo essersi diplomato alla Wilde Lake High School a Columbia nel 1987, si laureò nell’università di Yale in storia e cultura orientale. Grazie alla buona conoscenza della lingua giapponese, si trasferì in Giappone a Osaka dove lavorò per tre anni alla Enterprise Foundation, un’associazione di volontariato fondata dal nonno materno, architetto miliardario.