ACAB, recensione in anteprima

Cobra (Pierfrancesco Favino), Negro (Filippo Nigro) e Mazinga (Marco Giallini) sono i nomi di battaglia di tre agenti di polizia del reparto mobile di Roma, tre celerini con il pelo sullo stomaco, un’indole per la violenza e un credo politico che li tiene uniti come fratelli, intenti a coprirsi le spalle a vicenda sia quando sono in servizio tra stadio, manifestazioni e sgomberi di case popolari, sia quando inevitabilmente qualcuno di loro calca la mano e rischia un richiamo formale o peggio ancora di essere buttato fuori dal corpo. Alla squadra dei tre agenti da qualche tempo si è unita la giovane recluta Adriano (Domenico Diele) che ha scelto il reparto mobile per questioni economiche e che si ritrova a dover scendere a compromessi con la sua moralità e con la divisa che indossa, solo per poter far parte di una sorta di squadra nella squadra formata dai suoi tre colleghi, tutti reduci dal famigerato G8 di Genova e tutti con i loro problemi personali: Cobra sta affrontando una denuncia per aggressione, Negro ha divorziato dalla moglie che non gli vuol far vedere la sua bambina e Mazinga si trova alle prese con un figlio adolescente ribelle, che odiando tutto ciò che il padre rappresenta si troverà coinvolto con un movimento di estrema destra composto da facinorosi.

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Romanzo criminale, recensione

In un incipit ambientato negli anni ’60 facciamo la conoscenza di quattro ragazzini romani in fuga da un posto di blocco della polizia dopo il furto di un’auto, la fuga dei quattro soprannominati il Libano (Pierfrancesco Favino), il Freddo (Kim Rossi Stuart), Il Dandi (Claudio Santamaria) e il Grana però durerà ben poco perchè verranno raggiunti dalla polizia e dei tre il Grana avrà la peggio perdendo la vita a causa delle ferite riportate durante la fuga.

Anni dopo di quel quartetto ritroviamo Libano, Freddo e Dandi che riunita la banda decidono di tentare il colpo grosso con un sequestro di persona, per l’occasione vengono reclutate altre vecchie conoscenze del quartiere e l’ambiguo sicario Nero (Riccardo Scamarcio) simpatizzante di gruppi di estrema destra ed esperto di armi.

Il sequestro su cui sta indagando il commissario Scialoja (Stefano Accorsi) nonostante la morte dell’ostaggio va a buon fine, ma una volta che la banda si riunisce per spartirsi i proventi, Libano propone di creare una cassa comune e darsi allo spaccio di droga su larga scala puntando a conquistare il mercato di stupefacenti e l’intera rete di spacciatori della città, in mano ad alcuni boss locali tra cui il Terribile (Massimo Popolizio) che fiutato l’andazzo proverà anche a farli arrestare.

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Vallanzasca-Gli angeli del male, recensione in anteprima

Renato Vallanzasca (Kim Rossi Stuart) conosciuto come il bel Renè sta scontando una lunga pena detentiva e con un altrettanto lungo flashback ricorda la prima adolescenza, gli amici d’infanzia e la prima esperienza in un carcere minorile, dove comincerà a percepire il suo destino malavitoso che lo porterà dai furtarelli alle rapine, dai sequestri di persona agli omicidi, tappe che segneranno la sua criminosa escalation e la sua elezione a boss della Comasina.

Gli anni ’70 sono il punto nevralgico della carriera e delle gesta di Vallanzasca, Milano diventa il suo territorio, l’iniziale rivalità con il boss Francis Turatello (Francesco Scianna) che si sentirà minacciato dall’ambizione del nuovo arrivato che sta vivendo il suo periodo d’oro, ma mentre la sua banda si amplia Vallanzasca finisce in carcere accusato di rapina, seguirà a qualche anno di distanza un’evasione e una sanguinosa faida tra bande che trasformerà la città in un campo di battaglia.

Nel frattempo l’escalation criminale della banda raggiunge il suo apice, i crimini assumono i connotati della violenza gratuita, in special modo quelli dello stesso Vallanzasca che inanella una serie di omicidi che lo porteranno inevitabilmente verso un prevedibile epilogo, che però non lo vedrà come spesso capita vittima dell’ennesimo scontro a fuoco, ma ad invecchiare in un carcere contemplando anno dopo anno lo sbiadirsi della maschera del Bel Renè.

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Festival di Roma 2 novembre: oggi Julianne Moore, Salvatores e l’omaggio a Suso Cecchi d’Amico

Sesta giornata per il Festival Internazionale del Film di Roma, ieri eventi di punta le proiezioni di Rabbit Hole e The Social Network che hanno visto sfilare rispettivamente sul red carpet Aaron Eckhart per la prima  produzione targata Nicole Kidman e Jesse Eisenberg per l’atteso film su Facebook firmato da David Fincher.

Eisenberg durante la conferenza stampa ha sfoggiato una certa sicurezza tenendo testa alle domande dei giornalisti:

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Venezia 2010 lunedì 6: ieri entusiasmo per 1960 di Salvatores, oggi fuori concorso il Vallanzasca di Placido

Ultima settimana per la Mostra del Cinema di Venezia, ieri  il documentario fuori concorso 1960 di Gabriele Salvatores, il boom economico italiano vissuto attraverso i ricordi di due fratelli, ha conquistato una gremitissima platea che ha accompagnato i titoli di coda con dieci minuti di applausi.

Il regista a Venezia anche in veste di giurato ha confermato la messa in onda del suo documentario il 16 ottobre su Rai Tre e parlato di consumismo e politica:

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B-cult, Altri uomini

Oggi nella rubrica dedicata al cinema di genere e ai film che vale la pena di riscoprire tralasciamo i grandi B-movie di sempre per ospitare il crime tutto italiano Altri uomini, diretto negli anni ’90 dal regista e produttore Claudio Bonivento e che vedeva al fianco del protagonista Claudio Amendola un corposo cast di caratteristi poi passati in pianta stabile alla fiction, vedi Tony Sperandeo e Ricky Memphis, imitati poi dallo stesso Amendola in questo film davvero efficace e anni prima dell’involuzione catodica da Cesaroni.

Prima che Michele Placido raccontando le gesta della famigerata Banda della Magliana con il suo Romanzo criminale riportasse in auge il crime made in italy, Bonivento nel 1997 adatta per il grande schermo il libro Io, il Tebano scritto a quattro mani da Antonio Carlucci e Paolo Rossetti che racconta le gesta criminali di Angelo Epaminonda detto il Tebano, boss siciliano e primo pentito italiano che tra gli anni ’70 e ’80 si fece un nome nella malavita milanese.

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Frasi da cinema, Romanzo criminale

romanzo-criminale

Ascesa e caduta di una banda e di tre amici d’infanzia legati a doppio filo da un passato di borgata e un futuro criminale tra violenza, droga e sete di potere.

Libano: E tu zitto e catena pure se manco come cane vali na lira t’ho ammazzato il padrone e nn hai detto “a” t’ho tirato un osso ed eccote qua.

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Giffoni Film Festival 2010 quarta giornata: oggi Emilio Solfrizzi, Placido Jr. e le Winx in 3D

giffoni film festival 2010 (12)

Prosegue il nostro diario quotidiano sul programma del Giffoni Film Festival che ieri ha visto sul red carpet l’attore Luca Angeletti che conosce bene la rassegna,  visto che a suo tempo in veste di sceneggiatore e regista ha presentato al festival L’ultimo giorno, cortometraggio con il quale è stato premiato.

Angeletti durante l’incontro con le giurie ha definito la manifestazione energia allo stato puro sottolineando la genuinità dei piccoli spettatori e giurati, confessando la difficoltà per i registi emergenti di vedere apprezzato in Italia il loro lavoro che viene sempre più premiato all’estero.

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Sognando il cinema, cortometraggio

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Cosa volevano fare da grande tutti quelli chi oggi lavorano nel mondo del cinema italiano? La domanda è abbastanza esplicita, insomma quanti di noi oggi fanno un lavoro diverso da quello sognato in gioventù, e che magari hanno intrapreso attraverso un percorso di vita tutt’altro che lineare e intenzionale.

I filmaker Antonella Cecora e Simone Damiani hanno pensato bene di raccogliere tutti questi sogni, desideri e progetti in una divertente e intrignate serie di video interviste a personaggi noti e meno noti, che oggi lavorano nel mondo del cinema e della fiction, aggiungendovi anche le dichiarazioni di quelli che professionalmente orbitano in questo mondo e ne sono parte vitale, come operatori di ripresa, elettricisti, autisti e via discorrendo.

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Kim Rossi Stuart: questione di cuore

Kim Rossi Stuart nasce a Roma il 31 Ottobre 1969, padre noto attore di spaghetti western e madre ex-modella, l’attore ha tre sorelle ed esordisce al cinema all’età di cinque anni nel film di Mauro Bolognini gente di fatti perbene.

A 14 anni lascia la scuola per la recitazione, e un anno dopo debutta in tv con il film I ragazzi della valle misteriosa. Il teatro è parte importante della sua carriera, la sua scuola diventa il palcoscenico. Nel 1986 inizia la sua carriera cinematografica con un piccolo ruolo ne Il nome della rosa.

Sulla scia di Karate Kid nel 1987 gira Il ragazzo dal kimono d’oro, l’anno dopo parteciperà anche al sequel, nel 1991 conquista la grande platea televisiva con la fiaba Fantaghirò al fianco di Alessandra Martines.

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Claudio Santamaria: un talento in divenire

Claudio Santamaria nasce a Roma, il 22 Luglio 1974, cresciuto nel quartiere Prati dopo il liceo tenta la carta del doppiaggio e in seguito tenta invano di accedere all’accademia d’arte drammatica di Beatrice Bracco. Dopo aver frequentato con successo alcuni corsi di recitazione, l’attore debutta a teatro con la piece La nostra città diretto da Stefano Molinari.

L’esordio cinematografico lo vede al fianco di Leonardo Pieraccioni in Fuochi d’artificio, è il 1997, seguiranno L’ultimo Capodanno di Marco Risi, L’assedio di Bernardo Bertolucci e l’opera prima di Gabriele muccino Ecco fatto.

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Noi credevamo: cominciate le riprese del nuovo film di Martone

Mario martone regista de L’odore del sangue è sul set del suo nuovo film, Noi credevamo, un’opera sul periodo storico del Risorgimento italiano che vede nel cast Luigi Lo Cascio, Valerio Binasco, Francesca Einaudi e nel ruolo di Mazzini l’attore napoletano Toni Servillo (Il divo, Gomorra)

La sceneggiatura, che vedrà una personalissima rivisitazione dell’epoca, vede come autore lo stesso Martone in collaborazione con Giancarlo De Cataldo, autore del best seller Romanzo criminale da cui è stato tratto l’omonimo film diretto da Michele Placido.

Il primo ciak risale la 16 Febbraio scorso, la troupe ha cominciato a girare in Piemonte, tra Torino e Saluzzo. le riprese si sposteranno  poi in Cilento, in località Bovino, provincia di Foggia. Gli ultimi ciak avverranno nei teatri di posa di Cinecittà.

Nel cast da segnalare inoltre la presenza di Luca Barbareschi e nel ruolo di Francesco Crispi, Luca zingaretti. La pellicola nasce dallo sforzo produttivo della Palomar in collaborazione con Rai Fiction, Rai Cinema e della francese Les Films d’ici.

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Riccardo Scamarcio: la meglio gioventù

Uno dei rappresentanti della nuova generazione di attori italiani, bellezza mediterranea e fascino ambiguo alla Cillian Murphy, si adatta a ruoli cupi come in romanzo criminale ma anche romantici come lo Step di Tre metri sopra il cielo, la commedia lo reclama, e lui risponde facendo del suo meglio, e  cercando di addomesticare quell’aria da bello e maledetto che ne contraddistingue la recitazione, con un pò di pazienza potremmo presto vederlo sfoggiare la sua particolare e ancora ben nascosta verve comica.

Riccardo scamarcio nasce a Trani il 13 Novembre 1979, lascia gli studi a 16 anni per dedicarsi alla recitazione, punto di partenza che gli permetterà nel 2001, dopo molto teatro e un esordio da modello per fotoromanzi, di approdare in tv con la serie Compagni di scuola e la miniserie Ama il tuo nemico 2.

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Favino, Muccino, Santamaria, Vaporidis, Germano, un successo tutto italiano

Di cinema italiano se ne parla e se ne continuerà a parlare all’infinito. Sarà per la miriade di festival che il nostro bel Paese programma; da Venezia a Roma fino ad arrivare a Torino dove tra qualche settimana prenderà il via la seconda della ventiseiesima edizione del Torino Film Festival, diretta da Nanni Moretti.

Proprio in virtù del cinema di casa nostra, quest’oggi vogliamo dare lustro o perlomeno conto, a cinque giovani attori, chi più o chi meno emergenti, ma tutti sulla cresta dell’onda, che hanno fatto e continuano imperterriti a far impazzire le adolescenti, non solo partenopee, con le loro interpretazioni, a volte sarcastiche e perfino effimere, ma pur sempre di grande qualità.

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