Sierra Charriba, recensione

Durante la guerra civile americana, ll maggiore della cavalleria Amos Dundee (Charlton Heston) è sollevato dal comando per un errore tattico commesso durante la celeberrima battaglia di Gettysburg e inviato a presidiare un campo di prigionieri di guerra situato in Nuovo Messico. Una volta insediatosi Dundee si ritrova con  una famiglia di allevatori e un’intera colonna di soccorso della cavalleria massacrati da un sanguinario capo Apache conosciuto come Sierra Charriba (Michael Pate). Dundee sfrutterà l’occasione per tornare sul campo di battaglia, allestendo il suo esercito privato composto da truppe dell’Unione, prigionieri confederati guidati dal suo ex-amico e rivale il capitano Tyreen (Richard Harris), diversi scout indiani e una banda di mercenari civili, tutto questo con l’intento di dare la caccia a Charriba sconfinando in Messico per una missione da corte marziale.

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Montecristo, recensione

Il marinaio Edmond Dantes (James Caviezel) a causa di una missiva affidatagli da Napoleone Bonaparte sull’isola d’Elba finisce di fronte al sostituto procuratore del re Gerard de Villefort (James Frain), la soffiata riguardo la missiva in possesso di Dantes è arrivata da Fernand Montego (Guy Pearce) che segretamente cova del rancore e dell’invidia verso Dantes.

Aperta la missiva, la scoperta che il contenuto potrebbe compromettere un membro della  famiglia Villefort causa la ritorsione del sostituto procuratore, che prima finge che la lettera non avrà alcuna conseguenza e in seguito esilia Dantes senza accuse ne prove in una prigione situata su un’isola, dove l’uomo trascorrerà quattro anni prima di poter tentare la fuga insieme ad un altro detenuto, l’Abate Faria (Richard Harris).

Faria dopo aver istruito il compagno di cella su materie letterarie, scientifiche ed economiche, muore per un crollo del tunnel che i due stavano scavando per riuscire a fuggire, questa sarà l’occasione per Dantes di sostituirsi al corpo senza vita dell’uomo e guadagnare l’esterno per affrontare a nuoto una lunga traversata.

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Il senso di Smilla per la neve, recensione

Smilla Jasperson (Julia Ormond) nata in Groenlandia dove ha perso la madre oggi è una donna indipendente che vive e lavora a Copenaghen, ma non ha dimenticato le sue origini e il legame con i ghiacci della sua terra natia che ancora oggi restano vivide reminiscenze nel suo istinto.

La morte di un Isaiah, un ragazzino di sei anni che Smilla conosceva bene, non la convince, il suo corpo trovato senza vita sul tetto di un palazzo dove Isaiah viveva con la madre vedova e alcoolizzata che condivide con Smilla le origini eschimesi fa pensare ad una tragica fatalità, ma saranno proprio le tracce lasciate sulla neve dalla piccola vittima a far propendere Smilla per l’omicidio.

Smilla deciderà di seguire la pista dell’omicidio da prima ostacolata nelle sue indagini e poi aiutata dal padre medico e supportata anche da un vicino di casa, un ragazzo con cui Smilla avrà una relazione. Le indagini la riporteranno tra i ghiacci sulle tracce di un complotto tra burocrazia, ricerca scientifica ed interessi economici, una miscela letale che potrebbe costarle la vita.

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B-cult, L’orca assassina

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Sono passati tre anni dal cult di Steven Spielberg Lo squalo e il regista Michael Anderson, all’attivo l’avventuroso Il giro del mondo in 80 giorni (1956) e il cult sci-fi La fuga di Logan (1976), ne ripercorre le orme adattando un romanzo di Arthur Herzog, e sostituendo il feroce predatore di Spielberg con una gigantesca e vendicativa orca marina.

L’orca assassina scritto e prodotto dal nostro Luciano Vincenzoni (Il buono il brutto e il cattivo, Codice Magnum) e distribuito da Dino De Laurentiis fresco di remake da beast-movie con il suo King Kong, vede coinvolto un cast d’alto profilo con un Richard Harris vecchio lupo di mare e novello Achab, e Charlotte Rampling coscienza ambientalista del film nella parte di un’etologa. Nel film compare anche il sex-symbol Bo Derek.

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Il gladiatore, recensione

gladiator_ver2 []Germania 180 d.C, mentre l’impero romano da battaglia ai barbari, l’imperatore Marco Aurelio (Richard Harris) sceglie il valoroso Massimo Decimo Meridio (Russell Crowe) per traghettare l’Impero in una nuova fase politica, togliendo così di fatto ogni possibilità di regnare al suo diretto discendente, il figlio Commodo (Joaquin Phoenix)

La notizia sconvolge il giovane che in un moto d’ira uccide il padre e imprigiona Massimo con l’intenzione di giustiziarlo, ma Massimo sfugge ai suoi carcerieri e torna dalla sua famiglia scoprendo che l’usurpatore li ha fatti trucidare dai suoi soldati.

Massimo finirà nelle mani di un mercante di schiavi che ne sfrutterà le abilità di guerriero nelle arene, l’ex generale diventerà così uno dei gladiatori più amati di sempre e sfrutterà lo spettacolo itinerante del suo padrone per esibirsi a Roma nel grande Colosseo, così da poter finalmente guardare negli occhi l’assassino della sua famiglia.

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