E’ morta l’attrice Annie Girardot

Si è spenta ieri in un’ospedale di Parigi all’età di settantanove anni l’attrice Annie Girardot protagonista e testimone di un cinema italiano non poco rimpianto che l’ha impressa a fuoco nella memoria di tanti cinefili, ma anche di un’intera generazione di spettatori che la ricorderanno accanto ad Alain Delon in Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti, set dove la Girardot conoscerà il suo futuro marito, l’attore Renato Salvatori.

A portare via l’attrice una malattia terribile e impietosa come l’Alzheimer che trasforma i ricordi  in scritte sbiadite, ma in qualche modo conservate nella memoria collettiva grazie ad una carriera intensa e luminosa che l’ha vista esordire in patria nel 1955 con Tredici a tavola di André Hunebelle, per poi affiancare Jean Gabin nel suo primo Commissario Maigret (1958) e recitare poi per gli italiani Visconti (Le streghe), Corbucci (Il giorno più corto), Monicelli (I compagni), Ferreri (La donna scimmia) e i fratelli Taviani (Il fuorilegge del matrimonio), senza dimenticare tanti maestri d’oltralpe come Lelouch (Vivere per vivere).

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Belle ma povere, recensione

Seguiamo le peripezie amorose di una coppia di giovani ragazze romane Anna Maria (Alessandra Panaro) e Marisa (Lorella De Luca) fidanzate rispettivamente con Romolo (Maurizio Arena) che è anche il fratello di Marisa e  Salvatore (Renato Salvatori) fratello di Anna Maria.

Le due ragazze cercano di far mettere al testa a posto alla coppia di fidanzati scansafatiche che non hanno nessuna voglia ne di accasarsi ne tantomeno di lavorare e così tra promesse non mantenute e farfalloneggiamenti vari Anna Maria e Marisa provano a far impegnare i due rispettivi fidanzati in qualche attività seria, ma con scarsi risultati.

A complicare le cose rispunterà la bella Giovanna (Marisa Allasio) corteggiata a suo tempo da entrambi i futuri cognati che ora lavora in una gioielleria e diventerà motivo di scontro tra i due galletti, che non si renderanno conto che a causa del loro comportamento da immaturi sfaccendati rischiano di perdere le due innamorate, ma stremate fidanzate.

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I soliti ignoti, recensione

Una squadra di sgangherati ladruncoli di mezza tacca grazie ad una fortunosa dritta scippata in carcere ad un compare detenuto e dalla chiacchiera facile pensa di organizzare un colpo ai danni di un’agenzia del Monte dei pegni, ma durante la spassosa pianificazione si renderanno conto di dover aprire una cassaforte e di non avere la competenza necessaria.

La banda formata dall’orfano Mario (Renato Salvatori), il fotografo con famiglia Tiberio (Marcello Mastroianni), il siciliano Ferribotte (Tiberio Murgia), l’anziano e affamatissimo Capannelle (Carlo Pisacane), e il pugile fallito Giuseppe Baiocchi (Vittorio Gassman) detto Peppe er Pantera, pensa bene di rivolgersi ad un esperto di cassaforti, il veterano Dante Cruciani (Totò), maestro dello scasso agli arresti domiciliari che si ricicla insegnante con lezioni di scasso ed effrazione.

Una volta appresi i rudimenti della tecnica da Cruciani toccherà a Mario il compito di sedurre e sottrarre le chiavi alla cameriera che lavora nell’appartamento adiacente all’agenzia in cui nottetempo la banda dovrà intrufolarsi, ma mentre l’operazione procede Cosimo (Memmo Carotenuto) l’ideatore del colpo ancora in prigione grazie ad un amnistia esce e si mette in cerca dei compari che lo hanno raggirato.

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Frasi da cinema, I soliti ignoti

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Giuseppe Baiocchi detto Peppe er Pantera (Vittorio Gassman) grazie ad una dritta scippata al detenuto Cosimo (Memmo Carotenuto), decide di organizzare un colpo ad un’agenzia del Monte dei pegni e per l’occasione recluta i ladruncoli Tiberio (Marcello Mastroianni), Mario Angeletti (Renato Salvatori), Pierluigi Capannelle (Carlo Pisacane), Michele Nicosia detto Ferribotte (Tiberio Murgia) e come supporto tecnico il maestro delle casseforti Dante Crucini (Totò).

DISQUISIZIONI LEGALI A REGINA COELI:

Cosimo: Avvocà, io bisogna che esco, che esco subbito!…L’articolo 403 non va più bene, ce vò il 117, a pagina 128.
Avvocato: Ma no, al massimo il 521.
Cosimo: No, quello non va più bene! Ce vò il 124, oppure il 606!
Avvocato: Ma come fai, c’è la fragranza, te lo sei scordato il 1004?
Cosimo: Il 1004? E che articolo è?
Avvocato: Eh, il 1004, quello che volevi rubare!

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