Inauguriamo questa nuova rubrica parlando del cinema Horror nostrano, non di quello classico, rappresentato dai grandi maestri che del genere hanno fatto arte e del low-budget virtù, ma dei giovani registi emergenti che militano nell’ambiente da anni, armati di passione ed entusiasmo sfornando pellicole su pellicole, partecipando a concorsi, vincendo premi e guadagnandosi estimatori. utilizzando i pochi mezzi a loro disposizione, e aiutati, si fa per dire, dall’avvento di internet e del digitale, perennemente in cerca di una visibilità che tarda a venire.
L’aria che tira nell’ambiente, tra appassionati e cultori, è di profonda e viscerale frustrazione, nata dall’idea che solo grazie al cinema americano, a cui si è aggiunto recentemente il cinema orientale, la fame di horror viene in parte placata, poi qualche festival, molti promettenti scrittori e l’editoria che rappresenta, a livello di riviste, un grosso tallone d’Achille, riuscendo con fatica e per breve tempo a sopravvivere con magazine specializzati che poi subiscono un inevitabile ridimensionamento se non proprio la chiusura.