B-cult, Piranha

Oggi per i B-movies da riscoprire rispolveriamo Piranha, beast-movie a sfondo fluviale diretto da Joe Dante (L’ululato) e prodotto dal veterano Roger Corman nel lontano 1978, sulla scia del blockbuster di Spielberg Lo squalo e ispirandosi alla deriva gore di classici del genere come Grizzly-L’orso che uccide e L’orca assassina.

Dante naturalmente è il primo a non prendersi sul serio e come accadrà in alcune delle sue successive pellicole, vedi il dittico dedicato ai Gremlins, miscelerà spesso black-humor e situazioni paradossali al limite della parodia per ibridare il genere e sfornare più di qualche sorprendente gioiellino all’insegna di un cinema di genere piuttosto intelligente, vedi il sorprendente Small Soldiers tanto per fare un titolo.

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B-cult, Grizzly-L’orso che uccide

Oggi grazie all’uscita in DVD il prossimo 24 novembre del beast-movie d’annata Grizzly-L’orso che uccide, imbastiamo una doverosa operazione nostalgia, come a suo tempo facemmo con L’orca assassina, parlandovi proprio del classico anni ’70 diretto da William Girdler, all’attivo per lui un paio di incursioni nel filone blaxploitation tanto caro a Tarantino con l’horror filo-esorcista Abby e l’action Sheba Baby con Pam Grier.

La pellicola di Girdler esce ad un anno dal campione d’incassi Lo squalo di Spielberg ed utilizza anch’essa il thriller per raccontare di un gigantesco e vorace Grizzly assassino che si aggira per la foresta nazionale americana, sgranocchiando campeggiatori ed assaltando roulotte e rifugi.

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E’ morto Kevin McCarthy

Sabato scorso al Cape Cod Hospital di Hyannis, nel Massachussets, si è spento alla veneranda età di 96 anni l’attore Kevin McCarthy, uno dei volti più conosciuti dai cultori del cinema di fantascienza, grazie al ruolo di protagonista nel cult di Don Siegel datato 1956 L’invasione degli ultracorpi.

McCarthy nasce a Seattle il 15 febbraio del 1941, il debutto è nel dramma bellico Winged victory del 1946 inedito in Italia e diretto da George Cukor, la sua seconda prova in Morte di un commesso viaggiatore di Laszlo Benedek, adattamento per il grande schermo datato 1951 della famosa piece teatrale di Arthur Miller, lo porterà da subito alla ribalta grazie alla conquista di un Golden Globe e ad una nomination agli Oscar come miglior attore non protagonista.

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