Mario Scaccia è morto

La notte tra il 25 e il 26 gennaio si è spento a novantuno anni presso l’ospedale Policlinico Gemelli di Roma l’attore Mario Scaccia, un altro veterano del cinema e del teatro italiano ci lascia dopo aver dimostrato con la sua lunga carriera un’amore viscerale e incondizionato per il palcoscenico.

Gli esordi dell’attore romano classe 1919, dopo il diploma presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica si Roma conseguito nel 1948, lo vedono cimentarsi con la prosa calcando palcoscenici teatrali e televisivi, nel ’51 porta in scena al fianco di Vittorio Gassman La vedova scaltra di Goldoni, mentre per la RAI reciterà Shakespeare e Petrolini, apparirà nel Pinocchio di Comencini e si esibirà al fianco di Gastone Moschin, Eros Pagni, Miranda Martino e Carlo Ninchi.

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Il ragazzo di campagna, recensione

Artemio (Renato Pozzetto) è il tipico ragazzotto di campagna tutto casa e lavoro, ma la sua vita comincia a stargli tremendamente stretta, stufo di sentirsi isolato dal mondo entro i confini di un paesotto composto da una manciata di anime quasi tutte ormai rassegnate ad un’incipiente senilità, accudito dalla iper-protettiva madre e corteggiato da una delle poche ragazze del luogo che Artemio però non ricambia.

Sarà il giorno del suo quarantesimo compleanno ad aprirgli gli occhi, quarant’anni trascorsi senza conoscere nulla del mondo esterno, della città che a qualche chilometro da lui è nel frattempo cresciuta a dismisura modernizzandosi, mentre il tempo per lui è rimasto inesorabilmente fermo.

Così preso qualche effetto personale Artemio approda nella tentacolare Milano dove si scontrerà con tutti i problemi di una grande metropoli come trovare un lavoro ed evitare quotidianamente che qualcuno si approfitti della sua buona fede, ma quando le cose sembreranno ormai senza speranza, Artemio incontrerà la bella Angela (Donna Osterbuhr).

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B-cult, Attila flagello di Dio

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Oggi per i B-cult ripeschiamo un trashone d’annata, Attila flagello di Dio con un Diego Abatantuono al top della forma che ammiccando e parodiando all’estremo le atmosfere del cult di Monicelli L’armata Brancaleone, e grazie ad una fumettosa ambientazione pseudo-storica alla Ercole contro Moloch, si trasforma in una sorta di Asterix all’amatriciana davvero spassoso.

La forza di questa pellicola oltre alla verve del protagonista, sono una coppia di registi e sceneggiatori,Castellano e Pipolo, che utilizzano tutta la loro esperienza per sfruttare al meglio cast e i pochi mezzi a disposizione, e utilizzando costumi e location alla maniera di scult del calibro di Quando le donne avevano la coda di Pasquale Festa Campanile.

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Rugantino, recensione

rugantinoNella roma papalina del 1830, il giovane Rugantino (Adriano Celentano), arrogante e spaccone scansafatiche, ha messo gli occhi sulla bella Rosa (Claudia Mori), sposata con il gelosissimo e violento Gnecco.

Rugantino scommette con tre suoi amici che riuscirà a conquistare e  circuire la morigerata Rosa visto che il marito è in esilio, avendo lui commutato, come spia del governo pontificio, una condanna a morte per omicidio in un esilio forzato oltreconfino.

Gnecco, saputo che la sua Rosa non è indifferente al serrato corrteggiamento di Rugantino, torna a Roma durante il carnevale pronto a vendicarsi in un duello a fil di lama, ma inaspettamente un suo avversario politico lo uccide. Dell’assassinio viene, per ovvi motivi, accusato Rugantino che per dimostrare il suo coraggio decide di immolarsi al boia, invece che perdere la propria dignità di fronte all’amata.

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L’emigrante, recensione

immagine-2Metà degli anni ’20, il giovane napoletano Peppino Cavallo (Adriano Celentano) ha la ferma intenzione di scoprire cosa sia successo al padre emigrato anni prima in America e letteralmente scomparso nel nulla, ma per il viaggio servono soldi e per questo il ragazzo lavora in un mattatoio uccidendo capi di bestiame a mani nude. Raccimolati finalmente i soldi necessari per il viaggio Peppino si vede rifiutare il visto per gli Stati Uniti per non aver svolto l’obbligatorio servizio di leva militare.

Peppino non demorde, travestitosi da donna riesce a salire su una nave, qui però rischia più volte di venir scoperto e solo grazie ad una bella cantante di nome Rosita (Claudia Mori), che lo crede una donna e lo assume come cameriera, Peppino riesce a mantenere la clandestinità, ma le bugie hanno le gambe corte, e scoperto l’inganno Rosita spaventata fa intervenire alcuni uomini del boss per cui lavora per dare una lezione all’impertinente travestito.

Peppino però ha una forza notevole e ha la meglio sugli energumeni, purtroppo però la scazzottata gli costa la prigione, prigione in cui conoscerà il logorroico anarchico toni (Lino Toffolo) e da cui uscirà proprio grazie a Rosita che non solo l’aiuterà, ma convincerà il boss Don Nicolone ad assumerlo  coma guardaspalle, ma la scoperta che il suo nuovo datore di lavoro è anche l’assassino del padre perduto complicherà non poco le cose

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Ugo, Ricky, Gianmarco e Maria Sole Tognazzi, una famiglia predestinata

Rendiamo omaggio nella consueta rubrica dedicata alle famiglie cinematografiche, ai Tognazzi, eccellenti interpreti e protagonisti del cinema di casa nostra, distintamente in regia, produzione e interpretazione, a partire dal rimpianto Ugo, fino ad arrivare all’ultima della stirpe, Maria Sole.

Ugo Tognazzi, attore, regista, sceneggiatore teatrale, cinematografico e televisivo italiano. Insieme ad Alberto Sordi, Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni e Nino Manfredi fu una delle colonne portanti della commedia all’italiana.

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