Flightplan-Mistero in volo, recensione

La vedova Kyle Pratt (Jodie Foster) che ha recentemente perso il marito è intenta a riportare a New York la salma del consorte deceduto a Berlino, con lei sul volo di ritorno anche la figlioletta Linda.

Decollati dall’areoporto Kyle stremata si addormenta con la figlia seduta sul sedile accanto al suo, ma al suo risveglio la bambina non c’è più, pensando fosse in compagnia di qualche assitente di volo la donna la cerca senza successo.

Dopo aver ripetutamente chiesto al personale e ai passeggeri se hanno visto la figlia, si scopre che non solo nessuno ha visto Linda, ma che la bambina non risulta neanche imbarcata sul volo, Kyle si agita così a tal punto da far preoccupare gli assitenti di volo che pensano che la donna possa essere disturbata.

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David Fincher: l’esteta del male

David fincher è un regista che come i fratelli Ridley e Tony Scott, Michael Mann, ed altri colleghi provenienti dal mondo dei videoclip, ha uno sguardo particolare ed una visione che poco ha a che fare con un certo cinema d’autore che tralascia il contesto  estetico e dell’immagine per puntare tutta l’attenzione sulla recitazione, il cinema di Fincher è più incentrato su una visione fisica della pellicola, una lettura visiva che utilizza la fotografia, l’illuminazione e gli effetti visivi per affrescare ogni scena e  per curare maniacalmente ogni singola inquadratura, meticolosità figlia di spazi e tempi  estremamente ridotti e condensati tipici del mondo della pubblicità e dei videoclip musicali, che dà al lavoro di Fincher un’impronta visiva ben riconoscibile, un peculiare look, il suo Seven ne è un esempio, dark, gotico, ed estremamente inquietante.

Fincher è un cineasta originario di Denver (USA) classe 1962, il suo esordio nel mondo del cinema è nella società di effetti speciali Industrial Light and Magic dI George Lucas, il futuro regista si occupa degli effetti visivi de Il ritorno dello Jedi (1983), ed Indiana Jones e il tempio maledetto (1987), una gavetta coi fiocchi.

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Kristen Stewart: Bella e possibile

Twilight è stato per kristen stewart il traguardo di una neonata carriera che l’ha vista spaziare nei generi, ma facendo notare una certa inclinazione per il thriller, genere in cui si esprime al  meglio, anche grazie ad una naturale capacità di incarnare, recitativamente parlando,  una certa fragilità emotiva. Certo stiamo parlando di una giovane attrice in erba, indubbiamente  la parte dell’innamorata del tenebroso vampiro ha dato un’accelerazione notevole ad una carriera in fase embrionale, ma l’oculata scelta dei copioni ha permesso a questa ragazza di confrontarsi con attori e registi di un certo calibro che di certo hanno segnato artisticamente la sua esperienza attoriale.

Figlia di un produttore televisivo, Kristen Stewart nasce a Los Angeles nel 1990, comincia a recitare prestissimo in varie  produzioni televisive, grazie al suo aspetto da ragazza tormentata, cominciano ad arrivare copioni che la vedono incarnare una certa adolescenza inquieta, poi il primo ruolo importante, La regista Rose Troche la vuole accanto a Glenn Close per il drammatico La sicurezza degli oggetti .

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