Scarface: Pablo Larraìn possibile regista

Uno dei film immancabili in ogni classifica di cult movie è “Scarface”, che sta per tornare sul grande schermo per la gioia di tutti i fan. In realtà, secondo la Universal, non si tratterà di un vero e proprio remake bensì di un nuovo adattamento della storia.

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No, primo trailer del dramma di Pablo Larrain

Disponibile online un primo trailer per No, il drammatico del regista Pablo Larrain incentrato sulla campagna che in Cile portò al referendum del 1988 che decretò la sconfitta della dittatura militare del generale Augusto Pinochet. Il titolo semplice, ma forte deriva dalla scelta del referendum: “” per mantenere Pinochet, “No” per avviare il paese verso la democrazia.

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Venezia 2010, chi vince il Leone d’oro?

Poche ore ci separano dall’assegnazione del Leone d’oro, stasera fastosa cerimonia di chiusura della sessantesettesima Mostra del Cinema di Venezia, la madrina della rassegna Isabella Ragonese e il presidente di giuria Quentin Tarantino sveleranno il palmares, preceduti dalla proiezione del film di chiusura The Tempest di Julie Taymor.

Anche se la qualità delle pellicole in concorso rende i pronostici piuttosto labili pare che in pole position ci sia il Post Mortem del cileno Pablo Larrain che potrebbe incontrare il gusto dell’eccentrico ed eclettico Tarantino, ma altre voci danno invece per favorito del regista il giapponese 13 assassins di Miike che Tarantino e uno dei membri italiani della giuria, il regista Luca Guadagnino, hanno mostrato di apprezzare molto.

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Venezia 2010 domenica 5: ieri applausi per Mazzacurati, oggi fuori concorso Salvatores e Ligabue

Si chiude il primo week-end della Mostra del Cinema di Venezia, ieri protagonista Catherine Deneuve che in Potiche del francese Francois Ozon veste i panni di una moglie-trofeo che si trova a dover sostituire il marito sequestrato da alcuni scioperanti alla guida di una fabbrica di ombrelli:

Spero davvero che questo film possa aiutare le donne ad acquisire maggiori diritti e spazio nel mondo, perchè seppur un miglioramento c’è stato col passare degli anni, ancora non c’è lo stesso riconoscimento nella società.

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Recensione: Tony Manero

Cile 1979, la sanguinosa dittatura di Pinochet ha divorato il paese, ogni voce contraria al regime viene soffocata nel sangue.

In questo disastroso quadro politico ed umano, la miseria e la fame si accompagnano al sogno americano portato in auge dal cinema statunitense, che nutre la fantasia  della popolazione ormai completamente inebetita dalla violenza e da un esercito usato come arma impropria.

In questo desolante paesaggio urbano si aggira la  figura di un ballerino veramente poco talentuoso, Raùl Peralta (Alfredo Castro), che cova una vera e propria ossessione per il film La febbre del sabato sera e lentamente si convince di essere come il protagonista, Tony Manero.

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Torino Film Festival, il gran finale e tutti i premi assegnati

Torino Film Festival, giornata di chiusura e premiazioni. Siamo giunti alla conclusione, e le varie giurie del festival hanno attribuito i premi, divisi per sezioni, ad altrettante opere presenti in cartellone, scelte dallo staff di “fine mandato”, capitanato da Nanni Moretti, il quale fa intendere che la sua permanenza a Torino, potrebbe anche non essere l’ultima.

La Giuria di Torino 26 – Concorso internazionale lungometraggi del 26° Torino Film Festival, composta da Alexey German jr.(Russia), Jonathan Lethem (USA), Dito Montiel (USA), Alba Rohrwacher (Italia), Jerzy Stuhr (Polonia), assegna i seguenti premi: miglior film a:Tony Manero di Pablo Larraín (Cile/Brasile, 2008, 98’); premio speciale della Giuria a: Prince of Boroadware di Sean Baker (USA, 2008, 100’); premio per la miglior attrice a: Emmanuelle Devos per il film Non-dit di Fien Troch (Belgio, 2008, 95’); premio per il miglior attore a: Alfredo Castro per il film Tony Manero di Pablo Larraín (Cile/Brasile, 2008, 98’).

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Torino Film Festival: 23-24 novembre. Il punto e l’intervista di Nanni Moretti a Giuseppe Bertolucci.

Prosegue la carrellata di film ed incontri tematici della 26ma edizione del Torino Film Festival. Quest’oggi vi faremo il punto sulle novità che stanno caratterizzando la seconda edizione diretta da Moretti, come la sezione denominata “italiana doc”. Dodici i titoli di medio e lungometraggio per il concorso dedicato al documentario italiano, che, a detta dell’organizzazione è una delle sezioni centrali del Festival, anche se, a parer nostro, si fa sentire la pesante assenza di pellicole partenopee ammesse in concorso.

Si parte con Casa Verdi, per la regia di Anna Franceschini. A Milano esiste un monumento storico speciale e unico al mondo: si chiama Casa Verdi ed è la casa di riposo per musicisti voluta e fondata da Giuseppe Verdi nel 1899 «nella quale raccogliere e mantenere persone dell’uno o dell’altro sesso addette all’Arte Musicale, che siano cittadini italiani e si trovino in stato di povertà». Nei suoi saloni affrescati vivono oggi quasi sessanta persone: musicisti, cantanti lirici, ballerine classiche e direttori d’orchestra, che possono qui dedicarsi alla loro passione senza l’affanno del quotidiano.

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Pablo Larrain: occhio cileno

ll materiale che Pablo Larrain ci ha messo finora a disposizione è scarso in termini di quantità, ma si intravede già un occhio di cui siamo destinati a parlare ancora in queste pagine. Larrain è nato a Santiago del Cile nel 1976.

Si diploma alle superiori, per poi buttarsi sullo studio della comunicazione audiovisiva all’UNIACC, Università di Arte Scienze e Comunicazione. Fonda in seguito Fabula, una società di produzione cinematografica e pubblicitaria.

Da cosa è costituita la produzione di Larrain? Al momento il suo nome è inscindibilmente legato alla sua opera ultima da regista, Tony Manero (2008), opera seconda, per dirla tutta, dopo Fuga (2006). E’ anche autore dello script di entrambe le opere, mentre come produttore ha dato vita a Vida me mata, La (2007).

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