Tutta la vita davanti, recensione

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Marta (Isabella Ragonese) con una laurea e grandi speranze per un futuro lavorativo che gli permetta di sfruttare le sue conoscenze, si trova ben presto a cozzare con un mondo del lavoro ostico e che sembra non avere spazio per lei e la sua laurea in filosofia.

Dopo l’iter di ogni neolaureato in cerca di impiego con la canonica sequela di curriculum spediti ovunque, Marta si ritrova a dividere la casa con Sonia (Micaela Ramazzotti) ragazza madre un pò squinternata e con una vita alquanto sregolata, e spinta dal bisogno di guadagnare accetta il consiglio della coinquilina ritrovandosi impiegata in una multinazionale che vende un portentoso elettrodomestico multifunzione.

La società estremamente organizzata per ottimizzare al massimo risorse, costi e ricavi impiega delle ragazze per procacciare clienti tramite un call center, ed è qui che Marta si ritrova impegnata, e dei rappresentanti giovani e rampanti per le vendite a domicilio.

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La prima cosa bella, recensione

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L’approssimarsi della morte della combattiva e solare Anna (Stefania Sandrelli) porterà Bruno (Valerio Mastandrea) il figlio, al capezzale della madre per una inarrestabile cavalcata nei ricordi, indietro nel tempo sino ad una Italia e ad una Livorno anni ’70, dove Bruno e la sorella Valeria (Claudia Pandolfi) assistono alle peripezie della madre (Micaela Ramazzzotti) cacciata di casa da un marito geloso, costretta ad un lungo peregrinare, figli al seguito, rincorrendo un sogno fragile come cristallo.

Paolo Virzì è un regista che ama filtrare ricordi e suggestioni con una certa nostalgia, rimaneggiandoli nel puro stile della commedia all’italiana, mai così classica e malinconica come in questo caso, un regista che  non ha certo  bisogno di conferme, e che nonostante qualche scivolone, ci aveva già convinto con il suo caotico e sferzante Tutta la vita davanti, senza tralasciare incursioni più ardite come l’intrigante N (io e Napoleone).

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Valerio Mastrandrea: cuore d’attore

Un attore verace e dalle molteplici e malinconiche sfaccettature, ironico e sornione, negli anni è riuscito a crescere artisticamente grazie all’intelligenza nello spaziare tra generi e copioni evitando quando possibile la televisione, scelta che non lo ha standardizzato  a livello recitativo come è successo con i concittadini e colleghi Claudio Amendola e Ricky Memphis.

Valerio Mastrandrea nasce a Roma il 14 Febbraio 1972, dopo il diploma al liceo scientifico, due anni all’università che poi abbandona per calcare il palcoscenico del Maurizio Costanzo Show, dove comincia a mettersi in luce per una certa ironia ed un carisma notevole, Valerio ha solo 19 anni.

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