Storia politica e misfatti rigorosamente reali del deputato americano Charlie Wilson (Tom Hanks), la sua passione per donne, alcol e droga, le sue connessioni con il potentato della destra americana, l’approcio creativo alla politica estera, e la sua nonchalance nel maneggiare fondi governativi e intrallazzare amabilmente tra CIA e Congresso.
Sono gli anni’ 80, la Russia imperversa in Afghanistan. i mujaheddin cadono a centinaia sotto il fuoco di fila dei potenti elicotteri da guerra sovietici, l’America sta nel mezzo, è presente, ma senza una vera politica d’intervento o finanziamenti che siano decisivi nel conflitto, ci penserà Wilson a dare una scossa allo scenario afgano grazie alle sue amicizie nell’Agenzia, e al suo potere nel gestire fondi governativi, fornendo finanziamenti ed armamenti che aiuteranno i mujaheddin nella resistenza contro i sovietici.
Bisogna dire che il regista Mike Nichols (Il laureato,Wolf-La belva è fuori) nell’adattare il libro di George Crile Il nemico del mio nemico, fatica non poco a trovare una dimensione in cui raccontare una storia vera che sembra una parodia, e che sfoggia personaggi tanto surreali che avrebbero potuto con un casting poco oculato, estremizzare la messa in scena già farsesca di per sè.
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