B-cult: Essi vivono

Visto che ci stiamo occupando da un pò di tempo dei film più brutti della storia della cinematografia mondiale, inauguriamo una nuova rubrica che fa da giusto contrappunto a quella appena citata, B-cult si occuperà di B-movie classici che con il tempo sono divenuti dei cult, film che con mezzi e budget limitati hanno superato difficoltà distributive incredibili, raggiungendo il cuore del grande pubblico e che oggi nonostante i segni del tempo meritano di essere rivalutati

John Carpenter e’ un maestro del low-budget, ed Essi vivono rappresenta forse la summa del suo pensiero ultimo. In un’America in preda ad una crisi economica che ne mina le fondamenta John Nada lascia Denver e si trasferisce a Los angeles, qui trova un lavoro ed un alloggio in alcune baracche alla periferia della città.

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Blade Runner è il miglior film di fantascienza di sempre

Se qualcuno avesse ancora dei dubbi sui più bei film di fantascienza di tutti i tempi si segni la classifica, che troverà dopo il salto, indetta dal sito Moviefone.com.

Secondo il sondaggio online il miglior film del genere è Blade Runner, la pellicola futuristica diretta da Ridley Scott e interpretata magistralmente da Harrison Ford e Rutger Hauer. Il film ha battuto la concorrenza dei vari capitoli di Guerre Stellari e di due della saga di Alien.

Fa riflettere, che, con le tecnologie che abbiamo da qualche anno a questa parte, non ci sia nella lista dei primi dieci nemmeno un film del 2000 (il più recente è Matrix).

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Gabriele Salvatores: cineasta da romanzo

Prima di dare fondo alle notizie, e sono molte, raccolte per questa monografia, spendiamo due parole per uno dei più originali e spiazzanti registi italiani, Gabriele Salvatores, che con il suo Mediterraneo, ha rappresentato l’Italia nel mondo accaparrandosi un Oscar, ma non si è mai adagiato sul filone che lo ha così tanto gratificato, non ha soffiato su un fuoco per goderne fino all’ultimo il calore creativo, ma ha rischiato, esplorato, sperimentato generi, concetti, suggestioni, a volte con risultati discutibili, ma mai risultando banale, mai propinandoci una minestra riscaldata e in tempi pre-Gomorra, artisticamente aridi, ogni suo film innescava nuove domande, esplorava nuove strade, sempre con un’impronta registica immediatamente riconoscibile.

Salvatores nasce a Napoli il 30 Luglio del 1950, ma è Milano dove si trasferisce giovanissimo che lo forgia artisticamente, diploma al liceo Beccaria e poi il teatro, palestra di  anima e concetto, e Salvatores prima si iscrive all’Accademia del Piccolo Teatro, poi cresciuto e artisticamente maturo fonda il Teatro dell’Elfo è il 1972, dove saggia le sue capacità, dirigendo diversi spettacoli, che per contenuti e concezione visiva venivano allora definiti d’avanguardia, un’esperienza che porterà avanti fino al 1989.

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Keanu Reeves: da riserva ad Eletto

Keanu Reeves è uno di quegli attori, che con gli anni, ha saputo tramutare una bellezza che poteva fossilizzarne carriera e ruoli, in un valore aggiunto, il tutto seguito da una oculata scelta di copioni, senza mai dimenticare il divertimento che del recitare è parte vitale. E’ infatti una certa ironia, non facilmente intuibile, che ci fa apprezzare questo attore, che anche quando vola a mò di Superman attraverso i cieli digitali di Matrix, o salta di palazzo in palazzo abbattendo elicotteri, ha quell’aria sorniona e concentrata che lo rende credibile quel tanto che basta per convincerci dei suoi superpoteri e delle sue innate abilità attoriali.

E’ proprio come diceva Al Pacino, quando descriveva il suo personaggio di avvocato rampante nel thriller sovrannaturale, L’avvocato del diavolo, Keanu Reeves ha l’aria vincente dello stallone del sud con gli stivali da cowboy ai piedi del letto. Si, che sia un vincente questo è fuor di dubbio, ma come tutti i talentuosi ed i vincenti anche il suo carattere è una commistione di istrionismo e sregolatezza, connubio che lo ha portato a vivere una vita spinta al massimo, col rischio di bruciarsi in fretta, ma cominciamo con ordine, facciamo un salto indietro nel tempo, è il 2 Settembre 1964…

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Effetto Matrix: cosa sarebbe?

Quando Matrix è uscito, correva l’anno 1999. Ancora non era arrivato il 2000, e i fratelli Wachowsky rivoluzionavano il cinema. Ma quale cinema? Il cinema di fantascienza? Forse, ma detto così suona riduttivo.

Il termine “matrix” viene dal latino, e significa letteralmente matrice, ma anche nutrice, madre; pensiamo al significato di questi termini. La matrice, ci rimanda direttamente a concetti matematico/informatici. Chi, come me, ha affrontato un corso di Algebra Lineare, sa esattamente di cosa parlo.

La struttura matriciale ci rimanda alla formalizzazione del mondo artificiale creato dalle macchine. Un mondo che ci è familiare, e dal quale non vogliamo staccarci, perchè è quello in cui nasciamo, e in cui siamo predestinati, almeno apparentemente, a morire.

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