Insieme a Parigi, recensione

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Il donnaiolo impenitente Richard Benson (William Holden) è uno sceneggiatore di grande esperienza in procinto di realizzare uno script commissionatogli dal suo capo, il produttore  Alexander Meyerheim (Noel Coward).

Benson un tantinello egocentrico e sin troppo sicuro di se, è convinto di poter portare a termine il compito in pochissimo tempo e si riduce agli ultimi due giorni prima di metter mano al lavoro, così la scadenza incombe e Benson deve accelerare i tempi.

Così assunta un’esperta dattilografa a tempo per assisterlo nella stesura, la graziosa Gabrielle Simpson (Audrey Hepburn), i due si mettono al lavoro nella stanza d’albergo dove alloggia Benson e trascorrono il week-end a mettere su  carta la sceneggiatura ambientata a Parigi e dal titolo La ragazza che rubò la torre Eiffel.

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Filmfestival del Garda 2009, il cinema senza confini

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Dal 4 all’8 dicembre a Salò si svolgerà la terza edizione del Filmfestival del Garda, una manifestazione cha intorno al tema della settima arte organizza mostre, proiezioni, eventi artistici, concerti e incontri, eventi che ruotano intorno al cinema organizzati e coordinati per far da cornice al concorso principale realizzato con la collaborazione dell’Associazione Culturale Cineforum Cinit Feliciano.

Come ogni anno quattro le sezioni, più una retrospettiva, tutte ispirate al tema scelto, in questo caso Oltre/luogo, inteso come capacità e peculiarità dell’uomo di oltrepassare i confini di se stesso e dell’mmaginario, in un continuo ridefinire confini e oltrepassare paletti alla ricerca di una verità in perenne evoluzione.

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Festival di venezia dalla prima alla decima edizione: dalle origini a Bengasi

Non credo che la Biennale di Venezia abbia bisogno di alcuna presentazione. Si tratta infatti di una delle istituzioni culturali più importanti e note del globo, nonchè, udite udite, il festival cinematografico più antico del mondo! Il festival è nato infatti nel 1932. Pensate a quel momento decisivo. Oggi ne parlano tutti, ma io quasi li vedo, il presidente della Biennale di Venezia, il conte Giuseppe Volpi di Misurata, Antonio Maraini, lo scultore e segretario generale, Luciano De Feo, il segretario generale dell’Istituto internazionale per il cinema educativo, tutti lì, riuniti attorno a un tavolo, che annuiscono tutti convinti e consapevoli del futuro successo della manifestazione.

Tutto è iniziato nei lontani anni ’30. Cosa vi viene in mente, se vi dico anni ’30? A me non molto, a parte il fatto che Indiana Jones era nel pieno della sua forma. Ma se la macchina del tempo ci portasse lì, sicuramente ci porterebbe a Venezia, in quel remoto e ingiallito 1932. Ci troviamo sulla terrazza dell’Hotel Excelsior al Lido di Venezia, ma ancora non si tratta di una rassegna competitiva. L’inizio è valoroso, e vengono già proposti quelli che diverranno veri e propri classici.

E come simbolo del cambiamento, vince Dr. Jekyll and Mr. Hyde di Fredric March, sia nella categoria Migliore Attore, sia in quella relativa alla storia migliore. Miglior regista invece è il sovietico Nikolaj Ekk per il film Il cammino verso la vita, mentre il film più divertente è A noi la libertà di René Clair. La cosa più pazzesca è che è stato menizonato anche – si – Topolino, Mickey Mouse. Sempre sulla breccia, il topastro.

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