The Butler – Un maggiordomo alla Casa Bianca: la storia di JFK nelle sale italiane a gennaio 2014

Corre quest’anno il cinquantesimo anniversario della morte del Presidente J.F. Kennedy. Il cinema vuole commemorarlo con “The Butler – Un maggiordomo alla Casa Bianca”. Il film racconta la storia del maggiordomo alla Casa Bianca dal 1957 al 1986, testimone della vita privata e delle vicende politiche di ben sette presidenti degli Stati Uniti, da Harry Truman fino all’insediamento di Barack Obama, passando proprio per JFK.

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Precious, recensione in anteprima

Claireece Precious Jones (Gabourey Sidibe) è un’adolescente che vive nella Harlem di fine anni ’80, la ragazza cresce in un vero e proprio inferno quotidiano, visti i suoi problemi di obesità nessuno si accorge almeno per un po’ che è incinta per la seconda volta, quando la cosa viene scoperta scatta una sospensione da scuola che significherebbe la fine per l’unica via d’uscita che un’istruzione rappresenterebbe per Precious che si è dimostrata, nonostante le difficoltà, una studentessa molto dotata.

In aiuto di Precious arriverà un’insegnante che proverà ad indirizzarla verso una struttura scolastica alternativa che la ragazza nonostante le resistenze della madre (Mo’Nique), che non manca quotidianamente di picchiarla e vessarla, deciderà di frequentare conoscendo un’insegnante che la spronerà a lasciare quell’edulcorato mondo di fantasie fatto di lustrini, video musicali e celebrità da popstar in cui Precious si rifugia sempre più spesso, creando di volta in volta un sempre più rischioso distacco dalla realtà.

Precious che scopriremo essere stata molestata sin da bambina dal padre, sono infatti del genitore entrambi i figli avuti dalla ragazza, scoprirà che la sua fuga dal ghetto e da una famiglia che gli ha tolto tutto avrà un ulteriore ostacolo che si porrà tra lei è una vita che abbia una  minima parvenza di normalità, l’ulteriore drammatica scoperta di essere sieropositiva.

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Precious, un film da Oscar

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Prosegue tra premi e grandi incassi il percorso verso l’Oscar del piccolo grande film di Lee Daniels Precious, dopo la vittoria al Sundance, il premio del pubblico al Toronto Film Festival e la standing ovation a Cannes, la pellicola co-prodotta da due veri leader mediatici della comunità afroamericana Oprah Winfrey e Tyler Perry, distribuita in principio in sole 18 sale snocciola cifre da record.

1,8 milioni di dollari in tre giorni di programmazione, un tredicesimo posto nella classifica americana e 100.ooo dollari di media per sala, cifre che hanno convinto i distributori di avere per le mani  materia prima da statuetta azzardando un uscita su larga scala in concomitanza con il blockbuster New Moon.

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Festival di Cannes 16 Maggio: Woodstock secondo Ang Lee, Jerry Lewis e il nuovo film di Monica Bellucci

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Prima di dare una scorsa al programma odierno un piccolo sunto della giornata di ieri, purtroppo per il coreano Thirst un pò di perplessità, sembra che il regista Park Chan-Wook dopo la splendida trilogia della vendetta, tra cui il capitolo Old Boy premiato dalla giuria di Cannes nel 2004, non abbia convinto, molti i pareri negativi per questo vampire-movie a tinte melò, alla premiere ha presenziato anche il regista Quentin Tarantino a Cannes con il suo Bastardi senza gloria.

Applausi invece per la struggente storia d’amore raccontata da Jane Campion nel suo Bright Star, convincente il ritratto in costume e la poesia raccontati attraverso un percorso amoroso breve ma decisamente intenso e carico di suggestioni letterarie.

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I bruttissimi: Crossroads-le strade della vita

Attaccare oggi come oggi l’ex popstar Britney Spears, potrebbe sembrare come sparare sulla Croce rossa, ma visto che l’ultima volta ci siamo occupati della più attempata Mariah Carey e del suo Glitter, ora sondiamo l’universo ottimista e smielato del teen-movie Crossroads-le strade della vita.

Tre amiche, Lucy, Kit e Mimi affronteranno un viaggio alla ricerca di se stesse, verso l’età adulta e la piena realizzazione dei loro sogni scoprendo che la vita è meno dura di quanto sembri, specialmente se durante il viaggio ci scappa anche il filarino col belloccio musicista di turno.

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I bruttissimi: Glitter

Eccoci di fronte ad uno dei peggiori romance/musical mai girati, Glitter. La protagonista, la cantante Mariah Carey, con una discreta sequela di successi discografici alle spalle, commette l’errore che molte sue colleghe hanno fatto e continueranno a fare, pensare che essere delle buone interpreti di canzoni e delle dive del pop significa automaticamente essere delle buone attrici, alla faccia di studio, gavetta, recitazione e mostri sacri come Meryl Streep.

Il film invece che sfruttare l’immagine della popstar e contornarla di attori veri, una sceneggiatura solida, qualche ammiccamento ai classici romance di sempre ed affidare il tutto ad un regista di nome che possa confezionare la pellicola in modo da renderla perlomeno digeribile, la Carey ed i produttori che fanno? in un uno slancio di irrefrenabile megalomania appoggiano tutta la pellicola sulla neo-attrice, e lei accetta mettendosi al centro di tutto pensando di poter recitare da protagonista di punto in bianco, senza alcun supporto, a parte uno spaesato Terrence Howard (Four brothers, Iron Man) che sicuramente ad oggi ha rimosso quell’esperienza dalla sua mente e dal suo curriculum.

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