Ecco un programma intenso da seguire passo dopo passo. Si tratta dei film in prima serata per questo mercoledì 4 dicembre:
L’ultima legione
L’ultima legione, Ip Man 2, Ring of fire – Arena di fuoco, Io & Marley, Syriana, Il grande uno rosso, stasera in tv
Si apre un’altra settimana, con una ricca serie di film in prima serata da non perdere. Da “Ip Man 2” a “Io & Marley”, passando per “Ring of fire” e “L’ultima legione”, ecco cosa ‘bolle’ in palinsesto.
Dino De Laurentiis è morto
Dino De Laurentiis, produttore cinematografico italiano tra i più famosi nel mondo, è morto a Los Angeles a novantuno anni. La notizia è stata data all’Adnkronos dal nipote Aurelio De Laurentiis, che ha comunicato che il decesso è avvenuto per cause naturali.
Agostino De Laurentiis, nato a Torre Annunziata l’8 agosto del 1919, nella sua carriera ha prodotto alcuni tra i film più celebri del cinema italiano come Riso Amaro (di Giuseppe De Santis), Napoli Milionaria (di Eduardo De Filippo), Dov’è la libertà (di Roberto Rossellini), Miseria e nobiltà (di Mario Mattoli), La grande Guerra (di Mario Monicelli), Totò a colori (1952, primo film italiano a colori), La strada, Le notti di Cabiria (entrambi i film diretti da Federico Fellini, entrambi premi Oscar per il miglior film straniero).
L’ultima legione, recensione
In un Roma ormai al collasso, ombra dela fastosa e temibile potenza di un tempo, il giovane Romolo Augusto (Thomas Sangster), ultimo erede della decaduta dinastia dei Cesari, e il suo precettore, il misterioso Ambrosino (Ben Kingsley) vengono esiliati a capri, dopo che il generale dei Goti l’ambizioso e crudele Odoacre (Peter Mullan) ha invaso e messo a ferro e fuoco la città.
Quattro valorosi e fedeli soldati romani scampati al massacro perpetrato dai Goti, guidati dal prode Aurelio (Colin Firth) e con l’aiuto della splendida guerriera Mira (Aishwarya Rai) cercheranno di raggiungere e liberare Cesare Augusto, che nel frattempo, con l’aiuto del fido Ambrosino, ha recuperato la mistica spada di Giulio Cesare, celata nei meandri della fortezza di Capri.
Il salvataggio riesce e al gruppo, dopo aver viaggiato e incontrato diversi ostacoli, tra cui un tradimento ed una trappola ordita da Odoacre, non resta che raggiungere la Britannia dove si trova l’ultima legione, estremo baluardo della difesa dell’Impero, ma giunti al Vallo di Adriano, il gruppo non troverà ciò che sperava.
Un padre per mio figlio, recensione
Raj (Abhischek Bachchan) è un single incallito e un ottimo partito, ma il matrimonio proprio non fa per lui, nonostante questo suo zio è fermamente intenzionato a trovargli la donna giusta che possa renderlo felice. I piani dello zelante zio sembrano comunque portare ad un coinvolgimento di Raj per l’affascinate Namrata (Aishwarya Rai), quest’ultima alla proposta di matrimonio di Raj si scopre essere già sposata e con un figlio.
Il marito di Namrata l’ha abbandonate e lei è costretta a lavorare duro per mantenere se stessa e il figlio, Raj però non demorde, e nonostante la donna tenti ripetutamente di allontanarlo sapendo di essere legalmente legata ad un altro l’uomo, le attenzioni riservate al figlio e l’amore dimostrato verso di lei faranno comunque capitolare la donna. che acceterà di stare con Raj nonostante tutte le difficoltà.
Purtroppo come spesso accade quando un equilibrio sembra ormai raggiunto ecco rispuntare l’ingombrante figura del marito di Namrata che si frapporrà tra la donna e il raggiungimento di una vita pienamente felice con il suo nuovo compagno.
Ben Kingsley: un cavaliere made in England
Krishna Bhanji alias Sir Ben Kingsley nasce a Scarborough (Inghilterra) il 31 Dicembre 1943, padre fisico indiano e madre modella ed attrice di origini europee. Dopo aver partecipato ad alcuni piccoli allestimenti alla periferia di Manchester, il piccolo Ben rimane affascinato dal carisma dell’attore Ian Holm in una rappresentazione del Riccardo III.
Così compiuti vent’anni e prendendo spunto dal soprannome del padre Clove King cambia il suo nome in Ben kingsley e dedica anima e corpo al teatro iscrivendosi alla Royal Shakespeare Company con cui si esiberà in tutta l’Inghilterra ed in ambito internazionale fino al debutto americano a Broadway nel 1971. Dopo il teatro un pò di tv e l’esordio cinematografico nel 1972 con Gli ultimi sei minuti di Michael Tuchner.
Colin Firth: l’importanza di chiamarsi Colin
Attore di teatro, cinema e tv, un inglese con quella giusta dose di humour che ne fa personaggio giusto nel ruolo giusto ogni volta che si tratta di commedia, amore e sentimento, talento ampiamente sfruttato in teatro e tv, sottovalutato al cinema dove i suoi ruoli non raggiungono il giusto spessore che la sua preparazione artistica meriterebbe.
Colin firth nasce il 10 settembre 1960 a Grayshott (Inghilterra) padre e madre docenti universitari, l’attore trascorre la prima infanzia in Nigeria assieme ai nonni missionari, fino al compimento del quinto anno, quando il piccolo è costretto a lasciare i nonni per tornare in Inghilterra dove comincerà la sua carriera scolastica, che lo vedrà durante l’adolescenza frequentare per due anni il Drama Centre di Chalk Farm, e grazie ad una bella interpretazione nell’Amleto viene ingaggiato nella compagnia londinese West End , qui conoscerà l’amico e collega Rupert Everett.