Agente 007-La spia che mi amava: recensione

Ancora America ed Unione Sovietica sulla scacchiera internazionale per una partita all’ultimo agente segreto, due sottomarini  appartenenti alle due potenze globali sono letteralmente spariti nel nulla senza lasciare traccia urge un investigazione ai massimi livelli.

Dopo il classico week-end con imboscata, momento topico della settimana dell’agente James Bond (Roger Moore), stavolta il nostro eroe ha eliminato un intera squadra di agenti del KGB, la solita chiamata in servizio di M (Bernard Lee) lo catapulta sulle tracce dei sottomarini scomparsi, con fuoriserie, charme e smoking d’ordinanza al seguito.

Nel frattempo a Mosca nel segretissimo quartier generale del KGB, alla letale spia Tripla X, alias maggiore Anya Amasova (Barbara Bach), viene affidato dal generale Anatol Gogol (Walter Gotell) il compito di ritrovare il sommergibile russo scomparso.

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Recensione: Agente 007: Si vive solo due volte

La SPECTRE è di nuovo all’opera, sempre pronta ad ordire complotti contro le superpotenze mondiali ed a servire il caos in cambio di denaro e potere. Stavolta il piano la porta a sequestrare due navicelle spaziali con i rispettivi piloti, una americana l’altra russa, è palese l’intento di minare il già precario equilbrio tra due nazioni sempre sull’orlo di una crisi nucleare.

Il piano funziona, sia l’Unione Sovietica che gli Stati Uniti accusano le nazione rivale del rapimento, e quando la situazione è ormai disperata e all’orizzonte si prefigura un’imminente guerra mondiale, il servizio segreto britannico mette in campo il suo miglior agente, James Bond (Sean Connery) nome in codice 007.

Le tracce lasciate da SPECTRE e dal suo spietato boss Ernst Stavlo Blofeld (Donald Pleasence) portano in Giappone, qui Bond con l’aiuto dei servizi segreti giapponesi e dell’agente Tigre Tanaka (Tetsuro Tamba), tra imboscate e spericolati inseguimenti, scopre che la SPECTRE ha insediato il suo quartier generale in un’isola vulcanica giapponese, organizza così un’incursione e sventa il complotto internazionale, ma Blonfeld riesce a fuggire pronto a riorganizzarsi per un prossimo attacco…

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Agente 007: il periodo di Roger Moore

Roger Moore ha vestito i panni del grande agente segreto dal 1973 al 1985. Un periodo quindi di grande stabilità per James Bond, che per molto tempo ci ha rassicurati con lo stesso volto. Moore inizialmente era stato considerato per rivestire i panni del Dr. No, ed era addirittura il preferito di Ian Fleming dopo che questi lo aveva visto nel ruolo de Il Santo, anche se è possibile che tali informazioni siano apocrife.

Il primo film in cui Moore interpreta 007 è Live and Let Die, del 1973. Il misterioso omicidio di tre agenti segna la comparsa di Moore nella fortunata serie. Bond indaga sulle connessioni tra questi delitti, e tutto porta verso Mr. Kananga, diplomatico dell’isola di San Monique.

Grazie all’aiuto di Felix Leiter, di Quarrel Jr. e della veggente voodoo Solitaire, 007 riesce a sventare i piani del nemico, in un mix di scene d’azione e di tenere scene d’amore.

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James Bond: gli inizi con Sean Connery

Chi non conosce James Bond? Il popolare personaggio creato da Ian Fleming ha avuto un tale peso sulla letteratura e sul cinema che il suo creatore ne ha scritto anche una biografia, sotto forma di appassionato necrologio, in un capitolo dell’ultimo libro dedicato all’agente segreto.

James Bond è associato al numero identificativo 007. Il prefisso di questa sigla indica che ha licenza di uccidere. Si tratta di un raffinato agente segreto dello spionaggio inglese, e la sua fama è cresciuta a dismisura grazie ai film realizzati a partire dagli anni sessanta dalla EON Production.

Bond è il vero nome dell’agente: suo padre si chiama infatti Andrew Bond di Glencoe, ed è scozzese, mentre sua madre, Monique Delacroix, è svizzera del cantone di Vaud. Il padre, spesso all’estero per lavoro, conferisce a Bond un’educazione da “cittadino del mondo”.

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