Cherì, recensione

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il giovane e viziato Fred Peloux/Cherì (Rupert Friend) viiene spedito dalla madre Charlotte (Kathy Bates), che lo vede sempre più perduto tra ozio e vizi, dalla sua amica e rivale di vecchia data Madame Lea de Lonval (Michelle Pfeiffer).

Lea è una splendida cortigiana che grazie alla su avvenenza e all’applicazione furba ed oculata dell’antica arte della seduzione si è costruita negli anni un patrimonio ed una sicurezza cher gli consentiranno un futuro tranquillo, toccherà a lei indirizzare il giovane allievo verso uno stile di vita meno eccessivo e domarne gli eccessi della gioventù.

La convivenza galeotta e la passione faranno il resto, lei esperta e sensuale donna matura, lui giovane virgulto sprezzante e fascinoso che trova la sottile seduzione della contessa un elisir d’amore da cui non vi è scampo, entrambi saranno travolti dalla passione, nonostante la notevole differenza di età, si ameranno per sei lunghi anni vissuti in modo altalenante, con la sensazione di un amore a termine e di una relazione sempre in bilico.

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Uma Thurman: seduzione letale

Musa dalle sensuali movenze e sposa killer per gli incubi pulp di Quentin tarantino, capace di trasformarsi fisicamente fino a nascondere la sua prepotente sensualità, versatile, seducente e inesorabilmente letale.

Uma Thurman, vero nome Uma Karuna, nasce a Boston nel Massachusetts (USA) il 29 Aprile 1970. Il padre  è il primo americano a diventare monaco tibetano, la madre è psicoterapeuta svedese, tre fratelli, cresciuta nel credo buddista, viaggia molto tra India e Stati Uniti e studia in un liceo di Boston.

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Keanu Reeves: da riserva ad Eletto

Keanu Reeves è uno di quegli attori, che con gli anni, ha saputo tramutare una bellezza che poteva fossilizzarne carriera e ruoli, in un valore aggiunto, il tutto seguito da una oculata scelta di copioni, senza mai dimenticare il divertimento che del recitare è parte vitale. E’ infatti una certa ironia, non facilmente intuibile, che ci fa apprezzare questo attore, che anche quando vola a mò di Superman attraverso i cieli digitali di Matrix, o salta di palazzo in palazzo abbattendo elicotteri, ha quell’aria sorniona e concentrata che lo rende credibile quel tanto che basta per convincerci dei suoi superpoteri e delle sue innate abilità attoriali.

E’ proprio come diceva Al Pacino, quando descriveva il suo personaggio di avvocato rampante nel thriller sovrannaturale, L’avvocato del diavolo, Keanu Reeves ha l’aria vincente dello stallone del sud con gli stivali da cowboy ai piedi del letto. Si, che sia un vincente questo è fuor di dubbio, ma come tutti i talentuosi ed i vincenti anche il suo carattere è una commistione di istrionismo e sregolatezza, connubio che lo ha portato a vivere una vita spinta al massimo, col rischio di bruciarsi in fretta, ma cominciamo con ordine, facciamo un salto indietro nel tempo, è il 2 Settembre 1964…

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