Era il 7 aprile 1966. Nel leggendario Cinema Barberini di Roma veniva proiettato per la prima volta L’armata Brancaleone, un film che diventò presto un classico. La firma era di Mario Monicelli, il regista di I soliti ignoti, La grande guerra e Amici miei.
L’armata Brancaleone
Film parodia di Re Artù, Monthy Python e il Sacro Graal
Oggi per lo spazio dedicato alle parodie cinematografiche ci cimentiamo con la leggenda di Re Artù e i cavalieri della Tavola rotonda e il mito del Sacro Graal, elementi della suggestiva mitologia bretone saccheggiati a piene mani e a più riprese dal cinema di sempre spaziando dai classici made in Hollywood come il fantasy epico Excalibur, l’avventuroso terzo capitolo di Indiana Jones, il classico Disney La spada nella roccia e il romance cavalleresco L’ultimo cavaliere, fino alla nostrana versione fantozziana Eschinzibur nel celebrativo SuperFantozzi.
Nel 1975 il gruppo di comici inglesi conosciuti come Monthy Pyton sforna Monthy Python e il Sacro Graal, primo lungometraggio con una trama articolata confezionato a bassissimo costo dal gruppo di scatenati comici britannici e diretto a quattro mani da Terry Gilliam e Terry Jones.
E’ morto Mario Monicelli, suicida in ospedale
Mario Monicelli è morto: il regista, che aveva compiuto 95 anni lo scorso 15 maggio, si è tolto la vita lanciandosi dal quinto piano dell’ospedale San Giovanni di Roma, dov’era ricoverato nel reparto di urologia per una grave malattia (un tumore alla prostata). Lo hanno reso noto fonti sanitarie.
Monicelli, regista, sceneggiatore, attore e produttore, nasce a Viareggio nel 1915, si laurea in storia e filosofia, poi si dedica al mondo del cinema. Per il grande schermo gira sessantotto film e scrive oltre cento sceneggiature sceneggiature.
Tra i suoi più grandi successi ricordiamo: Guardie e ladri (due premi a Cannes nel 1951), I soliti ignoti (nominato agli Oscar), Padri e figli (miglior regia al Festival di Berlino del 1957), La grande Guerra (1959, vincitore del Leone d’Oro), L’armata Brancaleone (nominato alla Palma d’oro nel 1966), Amici miei (1976, David di Donatello), Caro Michele (Miglior regista al Festival di Berlino del 1976), Un borghese piccolo piccolo (David di Donatello per la regia nel 1977, Nastro d’argento come migliore sceneggiatura lo stesso anno), Il marchese del Grillo (Miglior regia al Festival di Berlino 1982 e Nastro d’Argento lo stesso anno), Speriamo che sia femmina (1985 nastro d’argento come miglior regista e migliore sceneggiatura), Il male oscuro (1990, miglior regista al David di Donatello) Parenti serpenti (1993) e Le rose del deserto (2006). Da non dimenticare, inoltre le nomination agli Oscar del 1965 e del 1966 per le sceneggiature di Casanova ’70 e I compagni.
Vittorio Gassman, ricordando ‘Il Mattatore’
Oggi ricorre il decimo anniversario della morte di Vittorio Gassman (1922-2000) grande attore e vero mattatore della commedia all’italiana che fu, Gassman ha rappresentato per più d’una generazione il cinema nella sua forma più fascinosa, popolare e carismatica.
Grande professionista, attore impegnato ed istrionico guitto, Gassman come ogni attore che proviene dal teatro era capace dosare a piacimento le proprie performance grazie al registro drammatico affinato sul palcoscenico, esperienza che gli permetterà di indossare di volta in volta maschere ciniche, spassose e malinconiche che come il collega Alberto Sordi raccontavano di un Italia un pò cialtrona e strafottente, ma ancora capace di una vitalità contagiosa, tanto genuina quanto lontana anni luce da quella italiota rappresentata negli odierni cinepanettoni.
10 film in lingua antica o sconosciuta
Oggi ci occupiamo di alcune pellicole che hanno la duplice peculiarità di utilizzare lingue antiche, e quindi completamente sottotitolate, e altre create ad arte da esperti linguisti miscelando fonetica e grammatica di svariati linguaggi realmente esistenti.
Per comporre la nostra classifica utilizzeremo pellicole che fruiscono di linguaggi antichi e reali, come il latino di The Passion o il Maya di Apocalypto, e linguaggi alieni o arcaici creati ad hoc come il Na’vi di Avatar o la lingua elfica de Il signore degli anelli.
B-cult, Attila flagello di Dio
Oggi per i B-cult ripeschiamo un trashone d’annata, Attila flagello di Dio con un Diego Abatantuono al top della forma che ammiccando e parodiando all’estremo le atmosfere del cult di Monicelli L’armata Brancaleone, e grazie ad una fumettosa ambientazione pseudo-storica alla Ercole contro Moloch, si trasforma in una sorta di Asterix all’amatriciana davvero spassoso.
La forza di questa pellicola oltre alla verve del protagonista, sono una coppia di registi e sceneggiatori,Castellano e Pipolo, che utilizzano tutta la loro esperienza per sfruttare al meglio cast e i pochi mezzi a disposizione, e utilizzando costumi e location alla maniera di scult del calibro di Quando le donne avevano la coda di Pasquale Festa Campanile.
Calabria Film Festival 2009: Festival Internazionale Cinema, Ambiente & Paesaggio
Dall’8 al 12 dicembre 2009 Reggio Calabria ospita per il terzo anno il Calabria Film Festival, manifestazione in costante evoluzione e che si accinge per la terza volta a presentare una ricca programmazione che ruoterà come di consueto attorno alla temtica del paesaggio e dell’ambiente sempre in relazione all’uomo, con una selezione ufficiale sempre più ricca ad ogni nuova edizione di opere internazionali.
Visto il costante divenire di nuove sezioni quest’anno particolare attenzione verrà dedicata alla sezione sui film d’animazione e alle nuove tecnologie come il 3D, con un ricco cartellone che proporrà il meglio delle più recenti produzioni, tra queste una versione 3D dei classici Nightmare Before Chrìstmas e Toy Story, nonchè l’ultimo capolavoro Disney-Pixar Up.
I bruttissimi, 2061-Un anno eccezionale
Abbiamo ripescato in questi giorni un film dalla tavagliata distribuzione e dalla sorprendente sfortuna ai botteghini, parliamo di soprendente perchè i fratelli Vanzina difficilmente prendono granchi, almeno a livello commerciale.
Si tratta di 2061-Un anno eccezionale, praticamente L’armata Brancaleone rivista e aggiornata, solo il toccare un classico del genere fa venire la pelle d’oca, se poi a farlo sono i re del cinepanettone ecco che la l’operazione diventa discutibile e questo reboot all’amatriciana scala prepotentemente la nostra classifica dei Bruttissimi guadagnandosi il podio d’onore.
In un futuro da disaster-movie alquanto posticcio tra echi alla Mad Max e suggestioni monicelliane, un gruppo di rivoluzionari e patrioti si muove lungo uno stivale diviso da regionalismi e politica, inseguendo l’utopia di un’ideale riunificazione di mazziniana memoria.